Il suo nome non è di quelli che attirano l’attenzione delle masse. Basta però sbirciare una sua foto per ritrovare immediatamente familiarità con l’attore, la star e con i personaggi da lui portati sul grande schermo. James Marsden è il Ciclope di X-Men, il principe di “Come d’incanto”, il fidanzato di sognanti commedie romantiche (“27 volte in bianco”) ma anche abile ballerino e crooner in stile anni ’50 (“Hairspray”). Prototipo perfetto del professionista americano completo e incarnazione solare dell’industria cinematografica nella sua forma più smagliante. Capace di smarcarsi senza problemi da quell’immagine così tanto “enchanted” che il bell’aspetto gli dona e di fornire robuste e convincenti prove drammatiche (vedi il sottovalutato “The Box” ma, soprattutto, “Straw Dogs” dove assume il non facile carico di reggere il confronto col Dustin Hoffman di “Cane di paglia”).
Marsden insomma è tante cose ma di certo non è il divo che si potrebbe pensare. All’incontro del Campus si presenta più informale che mai, educatissimo nei modi, umile e disponibile, un sorriso assassino che abbaglia tutti e una piena consapevolezza del proprio lavoro. Autenticamente sorpreso quando, immediatamente dopo il lancio della clip di “Hairspray”, la sua versatilità di interprete viene paragonata allo stile recitativo della scuola italiana che non prevede invece il possesso di simili abilità nel canto e nel ballo. “No?” è la reazione semplice e laconica dell’attore a questa osservazione. Ma in America, si sa, è tutta un’altra storia e il musical vive sottopelle nelle fibre di ogni attore. Non è un caso che fra i suoi sogni cinematografici vi sia proprio quello di interpretare Frank Sinatra nell’annunciato biopic di Martin Scorsese, un ruolo che il bel Marsden sentirebbe di poter sostenere. Comunque vadano le cose (il progetto in questione ancora non ha visto la luce), lui è già il secondo “mutante”, dopo il Wolverine Hugh Jackman, che aspira a lasciare un segno nel cinema sfruttando le indiscutibili doti canore.
E se il cinema è una storia che continua (prossima uscita “Into the Grizzly Maze”, eco vengeance con Thomas Jane e Billy Bob Thornton) anche la tv per Marsden avrà una prossima collocazione nel curricolo; in cantiere infatti c’è “Westworld”, serie tv ispirata al Michael Chrichton de “Il mondo dei robot” (cult anni ’70 con Yul Brynner e James Brolin) che, ne siamo certi, prometterà emozioni e soprattutto qualità all’altezza degli standard televisivi attuali (a curare la regia del resto c’è Jonathan Nolan, fratello minore di un genio di nome Christopher). Finale di Campus come sempre affidato alle domande di pubblico e stampa, fra le quali spicca quella fatta da una ragazzina curiosa di sapere da James quale ruolo, tra quelli finora interpretati, sia più vicino alla sua personalità. Lui sorride e, quasi imbarazzato, rimugina sulla difficoltà della risposta concludendo infine che c’è un po’ di Marsden in tutti i suoi ruoli, anche se, ammiccando scherzosamente al principe svaporato di “Come d’incanto”, “non vado certo in giro ad infilzare autobus con la spada indossando una calzamaglia!”.L’atmosfera è scherzosa, piacevolmente rilassata. Questo, fra tutti, è forse il campus più brillante e divertente di tutto il Festival di Taormina. Consegnargli l’omaggio di Vois è davvero d’obbligo mentre la reazione di lui, come prevedibile, fantastica.
Scherza, ringrazia e tra un “Wow!” e un “Thank you!” sembra proprio riconoscersi in quel Ciclope scherzosamente atterrato al Teatro Antico che terrorizza la gente mentre saluta Taormina senza i classici occhiali protettivi. Fa la foto dal palco con l’autore del disegno e in serata, durante un affollatissimo incontro all’Hotel Timeo, lo riconosce subito e lo ringrazia nuovamente con una foto. Non c’è molto altro da aggiungere: questo non è né un divo né un mutante, ma “solo” un simpatico e semplicissimo essere umano. “Thank you very much, James!”
Testo e disegno di Andrea Lupo
Foto di Danilo Vitale