Un anno dopo Coriano è uguale a come Marco Simoncelli l’ha lasciata. Il piccolo paese è ancora avvolto da un’ombra di tristezza che si percepisce nell’aria e nelle facce delle persone che il Sic, come lo chiamano tutti, lo hanno visto giocare e crescere nella piccola piazza e nelle poche strade del centro. Il barista ci racconta di lui, di come tutti lo apprezzassero, del dolore della sua famiglia, di Kate, la sua fidanzata, e soprattutto di Paolo, il papà di Marco.
Lui ha fondato un’associazione con sede a Riccione, in via Emilia, a pochi minuti da Coriano, dedicata a Marco, per aiutare i più deboli; al figlio sarebbe piaciuto, era un suo sogno poter aiutare il prossimo e adesso Paolo lo ha realizzato per lui. Le ore della giornata di Paolo e quelle di Kate sono quasi tutte per l’associazione e all’interno dei locali di via Emilia entrambi hanno raccolto le foto più emozionanti di Marco; i suoi caschi, le sue tute e le sue moto fanno capolino da ogni angolo.È un continuo viavai di amici, conoscenti e perfetti estranei che chiedono la tessera e con appena 30 euro ricevono una maglietta con la foto di Marco e la sicurezza di aver fatto del bene a qualcuno meno fortunato. Tutti lasciano dediche, foto, disegni. Un bambino delle scuole elementari ha disegnato la faccia di Marco, nella maniera goffa in cui si può disegnare a quell’età, e sotto scrive: “Adesso so che gli angeli hanno tutti i riccioli d’oro, perchè anche tu adesso sei un angelo“.
Non esiste una tomba a Coriano, perchè Marco, come tutti sanno, è stato cremato, e si trova a casa dei genitori, esattamente dove un ragazzo della sua età dovrebbe vivere, al sicuro, ma Paolo, disponibile con tutti, aveva dichiarato che chiunque avrebbe potuto venire a trovarlo e sarebbe stato il benvenuto; per un pò di tempo è andata davvero così, ma poi le cose sono cambiate. I visitatori si succedevano uno dietro l’altro, tutti potevano parlare con la famiglia di Marco, qualcuno però suonava alle 6 del mattino, o a notte fonda; in casa Simoncelli non si dormiva più. Oggi nessuno, a parte gli amici, può avvicinarsi alla villa;in comune accordo con la famiglia Paolo ha installato delle telecamere e aggiunto un cancello che prima non c’era.
Per poter pregare e ricordare Marco il paese ha costruito allora una sorta di piccolo tempio a lui dedicato. Qui tutti lasciano fiori, messaggi, foto e rimangono a riflettere sulla vita e la sua brevità, e continuano a chiedersi perchè si debba dire addio ad un ragazzo di appena 23 anni, dolce e buono come lui. Mentre immersi ancora in questa tristezza lasciamo il paese, dall’alto un cartellone con l’immagine di Marco recita: “Ciao Marco, Coriano c’è”.
Eva Gervasi