Giornata senza gloria, l’ottava di campionato per le due siciliane di Serie A. Steccano sia Catania che Palermo e se per i rossazzurri la sconfitta di San Siro risulta quasi indolore a guardare la classifica ed il blasone dell’avversaria, il pareggio dei rosanero in casa contro i pari del Torino è amaro, molto…troppo.
INTER-SPRECONI BEFFATI: 2-0
Il Catania conferma il classico 4-3-3 con il generoso (anche troppo) Bergessio a fare il riferimento offensivo e Barrientos in veste di rifinitore; l’Inter risponde con un 3-4-3 pieno di muscoli in mediana e bocche di fuoco in avanti, con un tridente offensivo composto da Palacio, Milito e Cassano. La gara di San Siro inizia subito con un botto di fine anno sparato in anticipo: Barrientos taglia un fendente sul quale la diagonale di Almiron è perfetta nel movimento, ma orrenda in esecuzione, palla alta e brivido per la Curva Nord nerazzurra. Da lì inizia un vero e proprio botta e risposta con occasionissime soprattutto per il Catania della banda degli spreconi. Al 27′ è quindi Cambiasso a rompere gli indugi pennellando un cross al telecomandato sulla testa del pibe de Bari Antonio Cassano che firma imperioso di capoccia l’1-0, irridendo la lasca marcatura di Alvarez, in evidente ritardo sul tempo dello stacco. Le occasioni come detto non mancano; l’ultima del primo tempo la torsione a botta sicura di Izco che manda la palla a lato, divorando l’occasione del pareggio.
Secondo tempo con un’Inter un pò più convinta dei propri mezzi ed un Catania mai arrendevole che riempiono la partita di capovolgimenti di fronte, fino al 29′: Gomez entra in area e Guarin lo stende senza complimenti. Rigore netto (non visto dall’arbitro). È un segno ancor più chiaro sulla giornata no degli etnei, che se solo uno dei 6 arbitri in campo (inutili come i politici che continuiamo a pagare in parlamento per non risolvere i problemi della Nazione) avesse avuto il coraggio di decretare il penalty la partita si sarebbe forse riaperta invece di chiudersi poco dopo con il goal di Palacio dopo un controllo a seguire di spalla (Andujar non è certo esente da colpe, anche se nel complesso ha disputato una signora partita, a parte questo episodio). Il danno e la beffa, come ai vecchi tempi e poi un dubbio: ma non è che la troppa generosità di Bergessio finisca per privare il Catania (in alcune occasioni) di una vera punta lì davanti?
PALERMO-TORINO: AMARO PIEMONTESE CHE NON CALA
Boccone amaro, quello che ha dovuto ingoiare il Palermo del nuovo corso Lo Monaco-Gasperini. E pensare che l’AD rosanero aveva esternato solo qualche giorno fa il proprio sogno nel cassetto, vincere lo scudetto col Palermo. Beh, per vincere uno scudetto la squadra della Sicilia occidentale dovrà ancora farne molta di strada e partite come quella di ieri dovranno essere portate a casa con molta facilità. Sul piano tattico la sfida poteva offrire molto con un Palermo a trazione anteriore con il 3-4-3, con Giorgi ed Ilicic a supporto di Dybala ed un Torino schierato con il classico 4-2-4 di Ventura con Cerci e Bianchi pronti a trovare la giocata vincente. L’11 del presidente senza un soldo Maurizio Zamparini (come da coming out effettuato alla Zanzara qualche giorno fa, ndr) non è riuscito però a far breccia nella saracinesca Gillet, eletto Santo di giornata grazie ai numerosi miracoli su Kurtic, Giorgi e Barreto. Non è stata neanche la serata del timido Dybala che, molto atteso dal pubblico rosanero, ha poi lasciato il palcoscenico a Miccoli nella seconda frazione di gara. Insomma la classifica parla chiaro 6 punticini e penultima posizione di classifica, winter is coming, i tifosi del Palermo cominciano a sentire davvero freddo lì in fondo alla graduatoria, bisognerà riprendere la marcia verso la vittoria al presto o saranno dolori.
Roberto Mattina