Migliorare le condizioni di lavoro dei pescatori della provincia Etnea. E’ quanto chiede la Federazione Armatori Siciliani in una lettera appello inviata alle forze politiche.
Catania è una città di mare che ha fatto della pesca una delle sue principali attività. All’interno del porto esiste il molo Crispi, costruito e destinato all’attività peschereccia. Il porto di Catania ha sempre vissuto con i pescatori, così come testimoniano le foto storiche della città scattate nel periodo in cui il mare scorreva sotto gli archi della marina.
Da alcuni anni a questa parte però, il molo peschereccio, non solo non è tenuto in considerazione, ma addirittura qualcuno finge che non esista. In molti non tengono conto dell’attività dei pescatori che invece hanno una loro storia e delle precise necessità, come quella di avere degli spazi attrezzati. Oggi il vecchio porto peschereccio è in totale abbandono, non ci sono iniziative di potenziamento e sistemazione delle aree demaniali, le buche sono numerose, e a ciò bisogna aggiungere gli scarichi dai granai silos e dalle fognature e la mancanza di isole ecologiche per la raccolta degli olii reflui.
L’Autorità Portuale di Catania dal 2002 non ha mai rilasciato alcuna autorizzazione e concesso spazi demaniali al settore della pesca e non ha mai inteso presentare progetti previsti dalla comunità europea a costo zero per il potenziamento dei porti pescherecci, come ad esempio celle frigo, magazzini per la lavorazione e la trasformazione dei prodotti ittici, box e/o locali di riunione da assegnare alle associazioni di categoria, nonostante le copiose richieste.
La sicurezza di un Porto si ottiene effettuando severi controlli presso le zone produttive e negli spazi di sosta degli automezzi carichi di merce e con l’installazione di strumenti di videosorveglianza.
L’appello della Federazione Armatori Siciliani è quindi rivolto alle istituzioni competenti, affinché contribuiscano al potenziamento del porto peschereccio e realizzino tutte le strutture e sovrastrutture moderne necessarie, ad iniziare dai basilari servizi igienico–sanitari, chiedendo anche una regolamentazione che aiuti e snellisca la procedura di accesso al porto di Catania, sia per i pescatori imbarcati che per le loro famiglie, le quali si recano quotidianamente nel posto di ormeggio delle motobarche per portare generi alimentari e sostegno morale.
Catania 23 ottobre 2012