Una ventina di donne provenenti dalla Nigeria, richiedenti asilo politico, ospiti al centro Cara di Mineo si sono accostate al corso di formazione “Sarta su misura”del Centro Italiano Opere Femminili Salesiane (CIOFS), una delle più antiche istituzioni italiane, nata nel ’56 con una mission ben precisa: stare al fianco didonne sole, dal passato tormentato fatto di miseria e sfruttamento. “Dal dopoguerra a oggi, ricorda la presidente CIOFS suor Mariella Lo Turco, abbiamo formato sarte, segretarie d’azienda, dattilografe, maestre d’asilo, che sono state il fiore all’occhiello del nostro ente”. Tutte le mattine le venti donne nigeriane arrivano in pullman puntuali alle otto per frequentare fino le 450 ore di lezioni grazie alle quali avranno un’opportunità in più per ricollocarsi in realtà produttive, in particolare nel settore dell’abbigliamento industriale o artigianale.
Il CIOFS, che dal ’74 è anche centro di formazione, col trascorrere dei decenni ha mostrato una capacità eccezionale di intercettare i cambiamenti del mondo del lavoro femminile, infatti anche se l’antico mestiere della sarta ha resistito, le figure professionali più “gettonate” attualmente sono altre, legate soprattutto al settore informatico, multimediale e turistico alberghiero.
“Sono ancora tante le donne italiane che non riescono a trovare uno sbocco professionale, spiega Rita Tomasello, una delle responsabili dello sportello multifunzionale – costrette se separate, sole, che lasciano la strada, a svolgere lavori umili senza avere garanzie salariali e previdenziali”. “Mentre le donne immigrate che si rivolgono a noi rappresentano circa il 30, 40 per cento, aggiunge Giovanna Panarello, orientatore sportello, ma la percentuale è destinata ad aumentare”. “Il nostro compito – sottolinea Olga Mangiafico, orientatoresportello, non è informare sui sistemi di sostegno e assistenza, ma trasferire conoscenze e competenze che possano rendere ogni donna autonoma nella ricerca e nel mantenimento del lavoro, eliminando condizioni sperequative legate a sesso ed etnia e favorendo l’inclusione sociale”.
Nanda D’Amore, presidente Civita, la cui storia di oltre mezzo secolo parla da sola e che contiamo di portare avanti con altre iniziative”.