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Palermo e Catania: Ancora lontani dall’essere grandi

Palermo e Catania sono due squadre che sognano di diventare grandi, costrette a svegliarsi sempre sul più bello. In vantaggio contro l’ex-grande Milan da un lato, in vantaggio contro l’ottima Udinese dall’altro, il calcio isolano poteva vivere una notte da re ed invece ha vissuto la solita notte di sempre negli ultimi periodi senza infamia e senza gloria.

PALERMO ANCORA SUL FONDO

La serata poteva essere quella giusta, un Milan ormai vittima della campagna demolizione attuata da Berlusconi & Co. si offriva come vittima sacrificale per la seconda vittoria stagionale che invece non è arrivata, per colpa di quell‘El Shaarawy che ha tutti i numeri per diventare un grandissimo attaccante. Il rigore possibile non dato su Brienza scalda una gara che da li a breve si sarebbe movimentata. Saranno almeno 5 le occasioni da goal capitate sui piedi per la maggior parte di Miccoli, compresa la punizione che lo avrebbe fatto allungare in classifica cecchini italiani di un’ulteriore posizione sul diretto avversario da derby Ciccio Lodi. Ci vuole quasi tutto il primo tempo per vedere un goal per altro su rigore procurato dall’onnipresente Miccoli che con esperienza spedisce un pallonetto sul braccio di Bonera, costringendolo al fallo in area; tiro angolato niente da fare per l’ex rosanero Amelia. Si va al riposo con un Milan alle corde che non sa più che pesci pigliare, neanche tatticamente. Il 3-5-2 voluto da Allegri che confesserà a fine gara di aver sbagliato interpretazione, risulta più che deleterio ed è appena iniziato il secondo tempo che Francuzzo Brienza mette a segno il raddoppio con un missile precisissimo che si insacca alla sinistra di Amelia. Qualche mese orsono, nessun giocatore avversario avrebbe potuto tirare da quella posizione contro il Milan, adesso fanno anche goal. Ma è la sveglia, Allegri mette dentro Bojan via libera al 4-2-3-1 e la gara svolta in favore del diavolo. Prima un’azione personale poi l’assist per Montolivo che di fortuna infila la porta rosanero sono i marchi di Boan a questa gara, per poi lasciar spazio al raddoppio del solito El Shaarawy al settimo sigillo stagionale. Fa male perdere così ma nel calcio o usi la testa o sfide così non ne vincerai mai.

CATANIA DOVE VAI SE LA TESTA NON CE L’HAI

Idem con patate per il Catania che incassa un pareggio amaro. La squadra di Maran incarna oggi pregi e difetti da sempre vissuti ai piedi dell’Etna: un team vincente che raccoglie la metà o poco più di quello che potrebbe avere per caratteristiche e prestazioni espresse. La nota positiva in assoluto è sicuramente senza dubbio alcuno, la prima rete stagionale di Castro che sfruttando un maldestro rinvio della difesa buca freddamente Brkic. L’1-1 in risposta al precedente goal su rigore dei friulani per intervento scomposto di Spolli trasformato nel primo tempo da Di Natale. Da sottolineare ancora una prestazione sopra le righe di Andujar che salva capra e cavoli aiutato dall’imprecisione degli avanti bianconeri (su tutti Lazzari ha festeggiato un bell’Halloween con un orripilante conclusione sotto porta). Nella seconda frazione di gara il Catania ci prova e passa finalmente con una magistrale punizione a fil di palo del solito Lodi, che dunque raggiunge Miccoli e lo stesso Di Natale nella classifica speciale dei marcatori su calcio da fermo; 7 reti su punizione per i tre italiani. E quando il sogno sta per diventare realtà suona la sveglia al 93′, impietosa, con Di Natale a suggellare il pareggio allo scadere. Maran si dirà dispiaciuto ma contento per il punto, i tifosi si diranno inca..volati per l’occasione sprecata oggi a Udine, così come la prima giornata a Roma contro i giallorossi che si confermano squadra espugnabilissima.

C’è da crescere e fare tesoro di questi peccatucci, ma il tempo sembra passare e la storia dice che sti peccatucci sono difficili da mandar via, quale sarà la formula magica per crescere e fare la voce grossa in serie A?

Roberto Mattina

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