Non era semplice, la partita era intricata, particolarmente ostica, già accesa per benino da qualcuno che non ci ha pensato due volte a rincarare la dose, in pieno stile proprio. Stavolta l’ha vinta il Palermo e meritatamente, con grossissima soddisfazione da parte di quelle cinque componenti che tanto hanno fatto e fanno bene al Catania e sperano dall’altra sponda sicula possano far bene anche lì.
LA PARTITA
Che la gara per il Catania non sarebbe stata semplice lo si è intuito subito quando Miccoli con il suo bolide nel sette raddrizzava la schiena all’intera difesa rossazzurra poco incisiva. Del resto se lascia qualche metro ad un jolly come lui finisce che la prendi nel… sette e così è stato. A differenza però di altre situazioni il Catania non reagiva e, cosa ancor più grave sembrava quasi non voler reagire, tanto da aprire nel post-gara una sfilza di ipotesi che vanno dalla “poca forma” fino al complotto pro Lo Monaco.
Non fa in tempo a finire il primo tempo che all’inizio della ripresa è già l’ora del raddoppio, con il prediletto di Lo Monaco (che lo aveva voluto tantissimo già al Catania) Franco Brienza, che in bello stile si involava sulla destra per poi mettere in mezzo a favore di un solissimo Ilicic per il 2-0.
Partita virtualmente finita nella mente dei giocatori rossazzurri, ancora in divenire per quelli rosanero che con i 5 difensori e un centrocampo ben mixato – qualità di Kurtic, quantità di Rios – attestavano il predominio ancor di più con la terza rete dello sloveno classe ’88 che in contropiede faceva fuori con un dribbling a rientrare Ciccio Lodi, per poi attendere lo sbilanciamento di Andujar (bene la sua prova il che è tutto dire) prima di insaccare il terzo gol.
C’è stato appena il tempo per una reazione d’orgoglio del solito Ciccio Lodi che portava a otto il personale bottino di reti realizzate su punizione in Serie A, superando almeno in questo il diretto avversario Fabrizio Miccoli, fermo a quota 7.
IL POST PARTITA
“Abbiamo battuto il Barcellona” recita Lo Monaco, portando a compimento un copione ben strutturato, iniziato con la sicurezza di chi ha tutto da perdere e terminato con l’arroganza di chi forte della vittoria può solo farsi beffe dell’avversario, specialmente quando questo è la tua ex moglie che tanto ti ha fatto godere negli anni del matrimonio, ma che oggi sta con un altro, dopo un divorzio burrascoso e incomprensibile per certi versi.
Adesso arriverà il Milan al Massimino, fresco di ottima partita contro la Juventus, superata anche in quanto latrocinio per il rigore inesistente, concordato dal presunto juventino Rizzoli, mentre il Palermo se la vedrà con l’altra milanese a San Siro per provare a dar continuità, magari con un pareggio.
Roberto Mattina