La melodia predominante di questo spartito meravigliosamente equilibrato, che è il campionato italiano di calcio 2012/2013, ci regala un’altra battuta con toni acuti e gravi per quanto riguarda le due siciliane. All’andate allegro del Catania che passa sul campo del Siena sbloccando quel maledetto tabù trasferte proprio nel campo in cui vinse fuori casa l’ultima volta la stagione scorsa (in quell’occasione uno a zero con goal di Lodi), si contrappone una marcia funebre palermitana, con i rosanero con l’acqua alla gola nel baratro retrocessione, risucchiati da uno splendido Pescara che ha fatto fuori il Genoa in casa per 2-0.
Castro-Bergessio che musica ragazzi!
Il Siena non ci sta a vivere nei bassi fondi di classifica e Cosmi disegna un 3-4-2-1 tutto muscoli e centimetri con Paci, Neto e Felipe dietro a marcare Bergessio & Co, sorretti dagli esterni Del Grosso e Sestu, con Calaiò a pungere supportato da Rosina. Maran fa a meno e forse anche volentieri del Barrientos di questo periodo e dovendo scegliere, da spazio a Castro dal primo minuto in attacco, non rinuncia a Bergessio, evidenziando il vuoto in panchina alle spalle dell’argentino e promuove Salifu, con Rolin in coppia con Legrottaglie. Pronti via il Catania sembra essere sul pezzo, ma un cinico Siena aspetta il momento giusto e come un cobra morde pizzicando la vittima con Rosina. Legrottaglie “sviene” in area, mettendo in luce una non tranquillità strana per un tipo come lui (poco prima aveva rimediato un’ammonizione troppo ingenuamente, con un auto fallo procurato a centrocampo), la palla finisce sui piedi di Rosina che buca l’incolpevole Andujar.
E’ uno dei pochissimi squilli di un Siena messo in campo per pareggiare una gara dove la differenza doveva farla il carattere. Ed è questa l’arma in più del Catania, che incassato il colpo si risveglia e colleziona una serie quasi infinita di calci d’angolo non riuscendo a trovare il colpo nel primo tempo, con un Castro spesso avulso dalla manovra ed un Gomez poco pungente ed incisivo. La sonata però non varia ritmo e si va a prendere il the caldo sul vantaggio per i padroni di casa con un Catania che ha negli uomini della catena di sinistra Almiron-Marchese i punti di forza a questo momento.
Al rientro però è tutta un’altra musica con Castro che capisce i meccanismi di gara e viene più indietro a prender palla, Bergessio che viene dunque coinvolto di più nella manovra. E’ un Catania ritrovato pronto alla rimonta. Bergessio si esibisce prima in un assist da manuale del perfetto centravanti boa: riceve palla controllandola col piede, difendendo la posizione e servendo nel corridoio il compagno Castro che guarda in mezzo ad Almiron ma buca di destro uno splendido Pegolo. E’ la fine del Siena. Sale in cattedra Bergessio che prima sul secondo e poi sul primo palo castiga ancora un Pegolo in giornata comunque miracolata. Verdetto implacabile: il Catania senza Bergessio è come i maccheroni senza cacio, insipido, senza gusto.
Palermo, la Juve è l’ennesima mazzata
Dall’altra parte della Sicilia invece non ride nessuno, anzi guardando quella dannata classifica viene solo da piangere. Il Pescara infatti avendo avuto la meglio sul Genoa ha risucchiato di nuovo i rosanero nel baratro della retrocessione. L’impresa col Barcellona italiano, come ha definito Lo Monaco il Catania ironicamente, potrebbe rischiare di essere l’unica nota da ricordare in questa stagione. Tatticamente Gasperini ha voluto rischiare, osando uno specchio contro una Juve rinvigorita dal ritorno in panca dell’agghiacciato Conte in fase di sbrinamento. 3-5-2 con Mroganella e Garcia a percorrere l’intera fascia e Miccoli avanti. La Juve inizia con Vucinic e Matri in avanti. Ma è uno dei perni dello schieramento rosanero, Morganella, che rimediando la doppia espulsione compromette definitivamente una gara in cui il miglior in campo comunque è risultato Ujkani. La Juve prima e dopo il goal ha divorato moltissime occasioni con Vucinic (oggi due pali per lui), ma anche con Matri ed il subentrato Bendtner. A risolverla però c’ha pensato il redivivo Lichtsteiner che in solitaria batteva o meglio abbatteva il muro eretto dal Palermo che aveva retto per tutto il primo ed i primi minuti del secondo tempo.
Se da un lato dunque il Catania conquista fuori casa il ventiduesimo punto di questa stagione, con dieci punti (circa la metà) su rimonta (tre vittorie ed un pareggio ottenuti dopo iniziali svantaggi), il Palermo rimane ancora l’unica squadra a non aver mai vinto fuori casa dell’intero campionato ed un bottino di reti realizzate peggiore solo a quello del Pescara – 14 contro 12 reti degli abruzzesi. Sabato prossimo l’aquila se la vedrà in un campo ostico da morire come il Friuli, mentre l’elefante giocherà nel regno casalingo contro la Sampdoria (entrambe le avversarie con un giorno in meno avendo giocato di lunedì nello scontro diretto Sampdoria-Udinese).
Roberto Mattina