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Mostra Antologica del Maestro Enzo Federici

Un “giardino aperto” che sia un luogo d’incontro e scambio fra collezionisti, appassionati e artisti,  soprattutto quelli giovani che trovano difficoltà ad emergere. Questo il concetto di mostra del prof. Fortunato Calleri, l’organizzatore della mostra personale del maestro Enzo Federici, inserita nell’ambito di Etnafest 2012, il prestigioso cartellone di eventi curato dalla Provincia regionale di Catania. La mostra, allestita dall’associazione Amici del Museo Fortunato Calleri, come ogni week end e fino al 22,  riapre domani, sabato 15 (dalle10.30 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 19.30) e domenica 16 dicembre (dalle 17.00 alle 19.30). Luogo dell’appuntamento, la Casa Museo Fortunato Calleri, sita a San Gregorio in via Piave 7, (Ct) che per la prima volta si apre al pubblico per mostrarsi in tutto il suo splendore con i suoi  alberi secolari e colonne patrizie. 

 

La mostra ha il supporto ‘scientifico’ dell’Accademia delle Belle Arti di Catania, nellepersone del presidente Enzo Indaco, del direttore Virgilio Piccari e della critica d’arte, la prof.ssa  Giovanna Giordano. L’allestimento consta di 20 tele di grandi dimensioni che rispecchiano il lavoro di un ventennio del maestro Federici, dagli anni ’80 al 2000, con tema unico “Etna”. Il nostro vulcano, strumento di vita e di morte, incombenza positiva nella vita degli etnei, viene interpretato dall’artista nei suoi colori caldi, tra cui primeggiano il giallo, il rosso, l’aranciato, l’azzurro. Toni esaltati dalla pittura a olio che scivola sinuosa e libera su spazi ampi: luoghi pretestuosi per una danza completa di tutto il corpo che canalizza energia sul dipinto sprigionando creatività e carica espressiva. Un’indagine pittorica di matrice classica che esplora le mille visioni oniriche suscitate dal Mongibello, trasportando il pensiero in contesti reali dipinti dal movimento incondizionato di un’anima che ascolta, di due occhi che scrutano, di due gambe che percorrono, di un braccio che libra. Per un viaggio nelle sfumature  sconfinate di un territorio che Enzo Federici cattura a pennellate.

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