Se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio sul reale potenziale posseduto dal gruppo di Maran, con oggi ha ricevuto la prova che questo Catania ha superato definitivamente l’esame maturità, portandosi ad un livello generale medio-alto rispetto alle squadre che popolano il campionato di questa stagione. Il Palermo dal canto suo conferma invece ancora una volta di mal digerire la gestione delle gare, soprattutto al cospetto di avversarie che se qualcosa ti concedono, altrettanto possono rubarti con giocate geniali e repentine, vedi quella di Di Natale. Seppur dunque con l’uomo in più i rosanero concedono il pareggio dopo aver dominato la gara e sbagliato tanto, troppo, contro una sempre cinica Udinese.
IL ROLANDO FURIOSO TRASFORMA IN HIGHLANDER IL CATANIA E FERRARA DA LA COLPA ALL’ARBITRO
PALERMO, CARO BABBO NATALE…
I rosanero non sanno più vincere, non riescono più a sbloccarsi, ironia della sorte, da quando hanno vinto il derby dominando un gara in cui mancava proprio Bergessio (guarda caso). Dopo quel 3-1 al Barbera infatti solo sconfitte con Verona (in Coppa Italia), Inter, Juve ed il pareggio di Udine, ed è proprio in questa gara che bisognava, anzi si doveva fare di più. Il gol di Ilicic, per quanto fortunoso, doveva servire come apertura di una serie di reti che se fossero venute sarebbero state solo il completamento giusto e meritato di una prestazione complessiva molto buona. Invece l’abulicità sotto porta dei rosanero ha trasformato una buona gara in una stangata al morale, perché perdere due punti adesso non fa bene e guardando la classifica c’è solo da stare preoccupati. Un solo punticino sulla terzultima il Pescara, persa l’occasione di agguantare la Sampdoria. Gasparini a fine gara sorride amaro e non ha parole per commentare una sconfitta bruciante, condita da un rigore solare su Ilicic (scatenato come ai bei tempi) che non è stato visto assolutamente da nessuno del sestetto arbitrale.
Rigore mancante a parte, il pareggio di Udine è sicuramente figlio di un’imprecisione degli attaccanti rosanero, ma anche di una serata che a parte il gol subito ha visto protagonista uno straordinario Brkic, autore di miracoli veri e propri che hanno impedito al Palermo di prendere il largo e portare a casa la partita, togliendo quell’imbarazzante zero dalla casella delle vittorie fuori casa. L’episodio Munoz-Ujkani, sfortunato quanto comico-grottesco, mette il coltello nella piaga di un Palermo forse da stimolare anche in sede di calciomercato. Staremo a vedere se Milton Caraglio, vecchio pallino di Lo Monaco, sarà la carta giusta da giocare a Gennaio.
Un “bimbo cresciuto” palermitano scriverebbe così: “Caro Babbo Natale negli anni ho visto un Palermo forte, determinato, molto tecnico e sistematicamente distrutto in sede di calciomercato; mi piacerebbe da Gennaio vedere un gruppo più concreto e solido, fondato su un’asse portante di giocatori in grado di garantire la continuità nel tempo sia di gioco che di risultati. Se il mio Presidente non è in grado di gestire il denaro non è un mio problema, perché con tutti i soldi che ha fatto, vendendo i migliori giocatori (Zaccardo, Barzagli, Cavani, Pastore etc etc) per poi non reinvestirne, non dico altrettanti, ma buona parte per acquisirne altri bravi, che lasci pure ad una nuova proprietà, un po’ come quella che c’è dall’altra parte della Sicilia, in grado in sette anni di ribaltare la classifica isolana di Serie A. Adesso loro sono ottavi e fanno paura a tutti gli altri, noi siamo quart’ultimi e facciamo paura solo a noi stessi. Quindi ti chiedo di farmi trovare sotto l’albero un Palermo forte come il Catania e che possa lottare di nuovo per i traguardi ai quali mi ero abituato qualche anno fa, ma che ora vedo lontani lontani”
Roberto Mattina