La complessità della tecnica utilizzata da Grazia Trovato nelle sue opere ci induce a porre l’artista come innovatrice di una linea di pensiero e di azione collocabile tra l’impressionismo e il neorealismo, informale se osservato a breve distanza. Essa è caratterizzata da una metodica scansione dei segni, armonizzata dall’accurata scomposizione del colore che raggiunge infine effetti di elevato cromatismo decisamente post-impressionista. I colori della luce come fondamento e determinazione oggettiva del realizzato che assume un linguaggio internazionale, strettamente unito a una spinta tradizionalista che sta alla base del pensiero intrinseco dell’artista. Cosicchè appare evidente che il cammino di Grazia Trovato, carico di reminiscenze bucoliche si scrolla di quell’ampollosa oniricità scrutando sia la psiche dei suoi personaggi, che ora appaiono veri, sia il pathos del paesaggio siciliano, dipinto nella sua essenziale naturalità. Il dinamismo esposto nelle sue opere mostra una Sicilia viva e dimentica di quegli squilibri causati da una società avulsa, in disgregazione, in disarmonia con il creato. La rappresentazione dei personaggi, siano essi uomini, muli, asini, pescatori, è caratterizzata da una profonda ricerca dei tessuti, delle pelli, delle trame, tanto puntuale da assumere un atteggiamento iper-realista rimanendo comunque effetto compenetrato di anima e materia. Nelle opere, l’effetto spaziale si amplifica, supportato da una visione prospettica multidimensionale, dove i rapporti cromatici, luminosi, di forze e di materia, prendono forma reale disponendosi nella tela. Ora, la figuratività non indugia esclusivamente nei campi della ritrattistica umana ma si completa di soggetti come alberi di ulivo o pietre, ficodindia o papaveri, tutti elevati e inondati da una luce che subblima le ricerche del colore e dei toni. L’osservatore, giunge così ad una serie di segnali e suggestioni come per un improvviso riconoscimento, come se il vissuto dell’artista faccia parte della sua realtà interiore, in una sorta di interscambio dove emergono valori liberati dal vincolo di connessione all’immagine dell’opera osservata, che spaziando attraverso ogni possibilità tematica è veicolo di illuminazione spirituale e sensoriale. Sicuramente la grandezza di Grazia Trovato, oltre all’indiscusso valore artistico, sta nel complesso gioco di indagine introspettiva e ricerca storico-culturale che conduce ad un’irraggiungibile tensione lirica, proponendo ogni immagine come banco di prova per una avventura meravigliosa del nostro animo, in un mondo quasi fantastico, ma compreso nei limiti del vero, dove ogni racconto, sembra diverso e carico di abitudini espressive che ricalcano una quotidianità ormai simbolo di una realtà semplice e priva di speculazioni.
Biagio Sciacca