Sarà il sentirsi ripetere continuamente che ormai hanno rubato il futuro ai giovani, o la stanchezza per una politica sempre più lontana dai cittadini, o l’insostenibilità di vivere in una città tanto bella quanto sempre più abbandonata a se stessa, o forse sarà anche la prospettiva delle elezioni per il nuovo sindaco a maggio. Qualunque sia la causa, è certo che giovedì 20 dicembre alle 19.00 il Piccolo Teatro di Catania ha visto “in scena” un’iniziativa alquanto singolare: sette giovani studenti universitari catanesi hanno voluto alzare la voce e parlare di futuro, di politica e di Catania.
Hanno invitato amici, colleghi, parenti a partecipare a questa iniziativa, ma soprattutto degli adulti che hanno ritenuto degli interlocutori autorevoli e disponibili per instaurare un dialogo e dire a voce alta: “Noi non ci stiamo più. Vogliamo scegliere Catania, ma siamo stanchi di sceglierla a queste condizioni”.
“Scegliamo Catania”. E’ proprio questo il nome che questi giovani hanno scelto per il loro movimento. Una scelta difficile, coraggiosa,forse un po’ folle, quella di scegliere oggi Catania, la Sicilia, addirittura l’Italia.
“Siamo stanchi di lagnarci. Vogliamo un dialogo, anche se non c’è più scuola politica, non c’è più la piazza”. Questa una delle tante frasi pronunciate dal portavoce del gruppo, Diego Cimino, 21 anni, studente di Giurisprudenza. Per questo motivo questi audaci studenti hanno improntato un dialogo, mediato dal giornalista Andrea Lodato, con tre rappresentanti, a loro parere autorevoli, di tre generazioni diverse: l’intellettuale Pietro Barcellona, 76 anni, il notaio Carlo Saggio, 54 anni, l’imprenditore Claudio Corbino, 34 anni.
Dopo una breve ma profonda riflessione del direttore artistico del Piccolo Teatro, Gianni Salvo, sul valore dell’appartenere all’umanità e non soltanto a una società, e la lettura di un passo dello Zibaldone sul tema della gioventù, si è passato ai temi più scottanti.
I giovani pagano le colpe dei padri?
Si è assunto l’onere di rispondere a questa dura domanda il Prof. Barcellona, che dopo aver precisato “Noi siamo sempre responsabili di ciò che accade”, ha concluso con l’affermazione: “Le colpe dei padri sono enormi”.
“Voi dovete partire da voi stessi. I giovani oggi hanno scarsa autostima. Dovete recuperare l’orgoglio della gioventù senza nessuna forma di servilismo né intellettuale né politico né di altro genere”.
Questo è il prezioso consiglio che il Prof. Barcellona, insegnante per tanti anni di Filosofia del diritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Catania, ha dato accorato ai tanti giovani presenti. Proprio il Prof. Barcellona ha individuato un’altra coppia decisiva di parole: desiderio e futuro. “Il desiderio deve essere differito nel futuro, perché il godimento immediato, a cui lo stile berlusconiano ci ha abituato, è una truffa. Questi politici sono immersi in una falsità quotidiana. Stanno distruggendo il desiderio e la speranza”. Questa è un’altra forte accusa lanciata dal Prof. Barcellona, che senza esitazione ha ben descritto la situazione attuale non solo di noi siciliani, ma dell’intero popolo italiano.
Non sono state risparmiate frecciate a Berlusconi, Monti, Bersani, Renzi fino ad arrivare all’affermazione di Claudio Corbino, presidente dell’Associazione Diplomatici: “Il cambiamento vero è il dialogo”.
Ciascuno dei sette fondatori del movimento, Diego Cimino, Alberto Consoli, Enrico Muschella, Antonio Fusco, Francesco Impellizzeri, Andrea Pagano, Fabrizio Papa, è intervenuto, chi più timido e impacciato, chi più a suo agio al microfono, per esprimere il comune desiderio di cambiamento. Il portavoce di “Scegliamo Catania” ha denunciato il fatto che è un limite pensare in termini di sopravvivenza, ma è necessario pensare a “resettare” la città di Catania ponendosi obiettivi ben precisi. Spazi verdi, un’università diversa dall’ “esaminificio” a cui spesso gli studenti sono abituati, un modo nuovo di essere politici: questi sono i punti che più premono a questi giovani. Fabrizio Papa, 22 anni, si auspica “non un cambiamento immediato, ma un cambiamento di metodo per dare alla politica il metodo dell’ascolto”.
Il desiderio e il cambiamento sono stati altri due temi-chiave della serata, alla quale sono intervenuti anche il sindaco Stancanelli, Giuseppe Berretta e Maurizio Caserta, forse i tre futuri aspiranti sindaco nel 2013.
Il Piccolo Teatro è stato, dunque, per una sera non solo palcoscenico ma anche agorà in cui si è discusso, ci si è confrontati e anche scontrati in un dialogo costruttivo. Ma forse le parole più emozionanti della serata sono state pronunciate dal direttore artistico del Piccolo Teatro Gianni Salvo: “Noi scegliamo Catania come Vittorini sceglieva la Sicilia, con profondità. Scegliere per migliorare, per fornire delle terapie di vita”.
Maria Rachele Sidoti
immagini da http://www.facebook.com/ScegliamoCatania