Catania- In occasione del 320esimo anniversario del catastrofico terremoto che nel 1963 distrusse la Sicilia orientale, presso il centro fieristico le Ciminiere, si è tenuto un convegno per presentare e dare il via al “Mese della cultura antisismica”, iniziativa promossa dal Lions Club distretto 108 YB e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catania.
Gennaio sarà un mese ricco di intense attività e iniziative che avranno come tema proprio il rischio sismico in Sicilia per sensibilizzare, riflettere e riportare alla memoria l’esperienza del terremoto, vissuta e rimandata nel futuro mediante lo strumento della prevenzione.
All’incontro, svoltosi sabato, sono intervenute autorità e professionisti di ‘ambito tecnico e politico ed hanno partecipato numerosi studenti.
Nel corso dei lavori è stata inaugurata la mostra “Terremoti d’Italia”, allestita dal Dipartimento della Protezione Civile, ricca di video didattici, documenti, fotografie, filmati storici ed una chicca, due tavole vibranti progettate per simulare il movimento del terremoto, hanno permesso ai visitatori di fare esperienza e di vedere gli effetti immediati di un eventuale sisma.
L’obiettivo è risvegliare ed informare, creare una collettiva consapevolezza in termini di prevenzione e riqualificazione del territorio e del patrimonio edilizio, aggiungere quei miglioramenti antisismici alle strutture e mettere in sicurezza gli edifici pericolosi.
Per far ciò, hanno spiegato al convegno, è necessario investire in qualità, risparmiando in termini di energia, evitando il dispendio di preziosi finanziamenti grazie alla giusta conservazione dei beni e all’avvio di lavori di adeguamento. Bisogna sostituire la cultura della demolizione e ricostruzione con quella della manutenzione e l’ammodernamento e garantire insiemi ordinati di complessi edilizi, spazi strategici per impatto calamità e aree d’affollamento in cui riversare masse traumatizzate dal sisma.
Questi alcuni degli argomenti cardine che hanno scaldato la sala del convegno dove più volte si è sottolineato l’obbligo urgente di intervenire per il rinforzo e il rinnovamento culturale e fisico del patrimonio. Un momento di riflessione e di arricchimento personale e collettivo, sviluppato per scuotere le coscienze, per risvegliare dal torpore dell’indifferenza e dell’abitudine.
Riscoprire il valore etico della prevenzione con l’uso della storia. Storia recente che ha visto cadere in macerie L’aquila e parte dell’Emilia-Romagna. Proprio derivato dalla calamità emiliana, si è insinuato un successivo e probabile arrivo in Sicilia di uno sciame sismico. Occasione per risollevare il tema e attualizzarlo. Nonostante nell’ultimo ventennio la stessa Sicilia è stata coinvolta da ben noti episodi sismici (ricordiamo tristemente quello di Santa Lucia nel 1990), si dimentica che il movimento della crosta non scende dal Nord, ma arriva dal basso: L’Africa. Dimenticare la storia e ricordare con la prevenzione. Dove prevenzione non significa demonizzare il terremoto, magari mettendoci le mani come Dio, ma significa limitare l’effetto della calamità naturale. Sopravvivere, attutire la paura e ripartire il più possibile da una condizione vicina alla normalità.
Deficienze strutturali che mancano di elevata deformabilità si sovrappongono all’effetto dell’uso di materiali scadenti con i conseguenti limiti costruttivi e l’inevitabile degrado dell’intervento di rinforzo. Bisogna dirigersi nelle costruzioni multipiano e agire prima che sulla sovrastruttura, sulla sottostruttura: le fondazioni. Le macerie di cemento finora sono state solo accumuli di lungaggini burocratiche, inevitabili che hanno dissanguato le casse dello Stato. Impellenti interventi hanno fatto disastro su disastro. Oggi, tutto questo in termini di geometria, costo vita, costo fisso e costo intervento si ridurrebbero di un terzo grazie ai retrofit delle moderne costruzioni antisismiche e all’azione della cultura dell’informazione e della formazione.
“La cultura della prevenzione è possibile solo dalla sinergia tra i soggetti attivi della collettività – ha affermato il governatore Lions, Antonio Pogliese – battendo su un nuovo concetto quello della politica affidata alla statistica. Intervenire non per i tornaconto personali, ma per i benefici che le nostre generazioni future trarranno. Una mente statistica si rivolge a questo: il futuro. Governare non nella misura del debito, ma con l’obiettivo della prevenzione, strumento attendibile con cui raggiungere risultati. Rivendicare il nodo della sussidarietà dell’associazionismo, intensificare la collaborazione delle forze civili, purchè l’etica venga tutelata. Prescindere dall’etica significa revocare dalla Cosa Pubblica. Prescindere dal bene della collettività significa danneggiare la Cosa Pubblica: la civiltà.”
Subito dopo, ha ribadito il presidente degli ingegneri etnei Carmelo Maria Grasso la necessità della cultura antisismica nel territorio siculo “perchè di cultura si tratta, non solo di informazione, ma di formazione per rispondere al rischio, per smorzare un rischio che in carenza di prevenzione e assenza di soccorso, diventerebbe massimo. Oggi la Sicilia orientale è una terra molto vulnerabile: abbiamo un Piano Regolatore Generale obsoleto di circa 42 anni, urge dunque una riqualificazione del territorio in maniera scientifica e innovativa, rimettendo in sicurezza il patrimonio.
“Prevenzione sismica assume un duplice significato in funzione della sicurezza e del risparmio – è intervenuto così Luigi Bosco, alla guida della commissione dell’ordine Strutture e Rischio Sismico – il risparmio economico dosato in base alle risorse disponibili è in grado di eliminare difetti gravi di progettazione edilizia. L’economia diffusa della messa in sicurezza nel pubblico và avanti anche con l’uso di innovativi sistemi energetici su cui stiamo lavorando.
A rappresentare l’Università degli studi di Catania: Maria Luisa Carnazza (Prorettore dell’Università di Catania), Biagio Bisignani (docente Urbanistica Università di Catania), Enrico Foti (ordinario di Idraulica e direttore del Dica Università di Catania) e Paolo La Greca (ordinario Tecnica e pianificazione urbanistica e direttore del Darc presso l’Università di Catania). Quest’ultimo ha sollevato la questione della sostenibilità “in una società italiana dalla modernità dissennata in cui non è più possibile pensare alla soluzione di protesi tecniche e finanziarie, l’Urbanistica non esiste; si parla solo di territorio in cui il diritto di proprietà non può ancora coincidere con l’immobile. Bisogna legiferare in maniera adeguata. Non è realizzabile una ricostruzione che gravi sul Welfare. Il Welfare sociale è morto, perchè è morta l’economia del reddito e dei finanziamenti pubblici. Oggi parliamo di Welfare umano tramite la cultura della prevenzione, il consenso e la conoscenza scientifica.”
In vece del Sindaco Raffaele Stancanelli, ha aderito al convegno il Prof. Ing. Santi Maria Cascone – Assessore Comune Catania – Mobilità e Viabilità: “L’iniziativa è in primo piano, sorretta dall’appoggio e dalla disponibilità dell’amministrazione comunale. Proteggere il senso della normalità quotidiana nell’eventuale rischio sismico è basilare per il vivere civile sereno”.
Tra i presenti non poteva mancare la Protezione Civile, organo preposto a tutte le attività di rischio e in particolare quello sismico. Marcello Pezzino a tratteggiare in un quadro complessivo “i principi fondamentali della cultura civile. In una tridimensionale struttura: allertamento, formazione e diffusione stanno i piani di evacuazione realizzabili solo nel contesto efficiente di centri operativi, vie di fuga e aree di raccolta disposti nella prospettiva di un Piano Regolatore compatibile con quello della Protezione Civile.”
A seguire, l’appassionato excursus, della docente di geografia politica ed economica dell’Università di Messina, Elena Di Blasi, sul recupero storico della memoria collettiva del terremoto nella Sicilia e soprattutto Catania. “Il Rischio si annuncia qualora non si eserciti uno studio di localizzazione, riqualificazione del territorio, congestione traffico e controllo carichi gravitazionali di edifici multipiano. E’ giunto il momento di parlare non di Economia della catastrofe, ma di economia della prevenzione. Intervenire in maniera EX ANTE e non EX POST. Bisogna chiedere e pretendere tutela, correggere i comportamenti schizofrenici e razionalizzare il disordine dell’emergenza.
Porre un approccio ambientalista in una terra come la nostra a doppia sismicità dovuta all’attività vulcanica e alla presenza della Faglia maltese.””Il distacco di circa un centinaio di anni da un terremoto e l’altro – ha dichiarato il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Stefano Gresta – ammette un grado maggiore di pericolosità. E’ necessario percepire la pericolosità in maniera scientifica e dunque in termini di movimento. Il movimento dell’Africa e della placca euroasiatica. Movimento che si sgretola con il rilascio di energia nella drammaturgia del terremoto. Per questo ripartire dai terreni di fondazione impegna un’opportuna centralità del controllo del territorio; usare in maniera scientifica le mappe di pericolosità dimostra rintracciare innanzitutto zone a rischio con le rispettive probabilità di sisma. Il sistema di previsione è un sistema probabilistico non deterministico per questo la conoscenza scientifica si affida all’esperienza: la memoria e la prevenzione. Un terremoto che si verifica, si ripete. Questa è la certezza.”
Confindustria Catania con il presidente, Domenico Bonaccorsi di Reburdone e il dott. ing. Paolo Lungarini – presidente della Lungarini SPA – a rappresentare il complesso industriale affrontando la tematica inserita nel contesto economico e di mercato.
“L’attività di impresa deve fronteggiare il rischio sismico perchè si sensibilizzi e non si adegui alla mentalità incosciente dell’uso di materiali antiquati volti al risparmio. Si allinei alle ultime tecniche moderne quali l’uso dell’isolamento sismico, appoggi a pendolo e sistemi di dissipazione energetica. Ha dichiarato Paolo Lungarini – L’aggiornamento è indispensabile, anzi sia occasione di rilancio dell’impresa. I cantieri devono avere il compito di rispettare le norme, di garantire la rintracciabilità dei materiali, promuovere la modernizzazione e la staticità delle costruzioni integrando la sperimentazione e la ricerca sul campo nell’evoluzione temporale del progresso.
Inoltre sono intervenuti al seminario: il presidente dell’Ance Catania Nicola Colombrita puntando l’attenzione sull’edilizia pubblica (scuole, ospedali e poli industriali). Per la Prefettura Ester Libertini. Altri relatori: Antonio Ferraro (ingegnere, libero professionista), Vera Greco (soprintendente ai Beni culturali di Catania), Maurizio Lucia (comandante vigili del fuoco di Catania), Salvatore Gabriele Ragusa (capo del Genio Civile della Provincia di Catania) Gabriele Sabatosanti Scarpelli (presidente dei governatori del Multidistretto Lions 108 Italy) e Antonio Gullotta (presidente Distretto Leo 108 Yb).
Valeria Battiato