Non accenna a interrompersi la cascata libera del Palermo che vede sempre più vicina la Serie B, gettando nel dramma sportivo un’intera città e parte della regione isolana.
Il Catania si conferma osso duro in casa per una lupa affamata ma poco concreta, a Zeman non è bastato l’ormai celeberrimo “daje”, torna a casa bastonato anche lui.
Al peggio non c’è mai fine, è proprio vero. Il Palermo incassa la sua undicesima sconfitta in campionato confermandosi la squadra che ha vinto meno partite (solo 3 vittorie in totale). E come se non bastasse Zamparini aveva messo le mani avanti solo qualche giorno fa dichiarando di aver raddoppiato il budget dato in dote a Lo Monaco per rinforzare la squadra a gennaio, dichiarazioni cui faceva eco nel post gara Gasperini, che lanciava il grido di Help con un “Urgono rinforzi”. La situazione è drammatica e forse nessuno si aspettava di trovare i rosanero davvero così in fondo, ed è solo grazie alla penalizzazione di 6 punti inflitta al Siena se il club siculo non si trova ancorato all’ultimo posto in graduatoria.
Di contro un cinico Catania ha giocato la gara perfetta contro la Roma del maestro, dimostrando così al pubblico che Maran è stato si furbo a saper gestire il tesoro tecnico-tattico messogli a disposizione dal Catania, ma soprattutto ci ha messo del suo per rendere la macchina Catania ancora più perfetta (soprattutto in casa).
MARAN-ZEMAN LA LEZIONE DELL’ALLIEVO
Quando vengono fuori queste partite, c’è sempre da divertirsi perché capisci quanto bello e strano è il calcio (il titolo non vi spaventi). Non vogliamo certo dire che Maran sia un allievo in tutto e per tutto di Zeman, ci mancherebbe, vogliamo solo dire che profetando il 4-3-3 come schema di base almeno in quell’allievo lo è. Linea a quattro ben coperta con un marcatore puro come Bellusci su Marquinho prima e Dodò poi, due centrali e un esterno sinistro, Marchese, con compiti leggermente più offensivi ma con il compito ingrato di tenere a bada lo scatenato Lamela (permettetemi un elogio particolare per il ragazzo che chi scrive considera uno dei 5 calciatori più forti del campionato 2012/2013). Lodi mancava e si sentiva in fatto di verticalizzazioni e possesso palla negli ultimi 20 minuti di gara, dall’inizio però è stata una vera manna che ha consentito ai rossazzurri di metterla sulla fisicità e sulla cattiveria agonistica con il trio Almiron (poi Paglialunga), Salifu e Izco. In avanti l’estro di Gomez a mettere in ambasce il terzino destro più scarso dell’intero campionato e dall’altro lato Barrientos con la sua classe, con in avanti punta centrale il coriaceo e stoico Bergessio. Copione confermato fedelmente: 35 minuti di Roma arrembante e sfiancante, con Catania versione diga a respingere tutti gli attacchi e scampare diversi pericoli, secondo tempo goal e raddoppio sicurezza malamente sprecato da Castro, un film girato alla perfezione da quel regista di Maran che punta dritto al Leone d’oro calcistico di fine anno come miglior allenatore. L’unica nota stonata se vogliamo trovare il difetto di questo Catania è il mercato che arriva nel momento più sbagliato possibile: Lodi appetito da Milan e Inter su tutte, Marchese che non rinnoverà per andare al Genoa e Spolli che rischia di finirci già adesso, Gomez e Barrientos in odore di Inter e Fiorentina, Almiron al Toro.
Insomma non c’è giocatore che non abbia almeno un’offerta, addirittura Ricchiuti che oggi ha giocato il suo scampolo di gara, ha ricevuto una maxi proposta dalla Nocerina pronta addirittura a spingere fino a 180 mila euro in due anni di B, e se lo dice Pedullà (esperto di mercato e conoscitore di Adrian) noi ci crediamo. Speriamo lo tsunami mercato non faccia crollare la diga più di quanto non sia riuscita oggi la Roma, speriamo davvero.
PALERMO COSI’ LA NAVE AFFONDA E NON E’ SOLO QUESTIONE DI MERCATO
Fa quasi tenerezza vedere la difesa del Palermo tentare di giocare al calcio, le marcature, i blocchi, o piazzamenti sui calci da fermo. A volte viene quasi da entrare in campo e aiutarli, chiedere all’arbitro “ma li lasci giocare in uno, due, tre in più lo vede che così non c’è piacere?”. E’ irriconoscibile, la squadra di Zamparini sembra una di quelle donne che alla 120esima operazione di lifting sono così tirate che se le tocchi si spezzano. Proprio così troppo mercato in uscita, idee confuse, piani tattici stravolti. Partito con il duo Perinetti-Sannino che bene avevano fatto a Siena, Zamparini ha deciso di rivoluzionare l’assetto innestando Lo Monaco-Gasperini, risultato? Peggio che andar di notte a fari spenti, citando Battisti, Palermo non c’è più, anzi scusate, quest’anno non c’è mai stato. Lo specchio del momento di questa squadra? La prestazione di Morganella, come fa un presunto terzino a sconoscere completamente i fondamenti di marcatura a uomo in area, solo Maggio su cross di Hamsik sul primo goal, solo Insigne sulla terza segnatura che ha chiuso la gara. Insomma un disastro completo. Giovedì sera nei pressi del Pirellone a Milano abbiamo visto Lo Monaco a colloquio fitto con Pasquale Marino e quando un dirigente ha bisogno di ritrovarsi a Milano per rivedere un caro vecchio amico di belle avventure (la promozione in A del Catania) la cosa puzza alquanto. Non è solo questione di giocatori (ne sono già arrivati di buoni), allenatori, moduli però, è questione di testa, da mettere a posto prestissimo o la B sarà più vicina domenica dopo domenica. Arriverà anche Sorrentino pare questo potrebbe essere un ottimo investimento insieme magari a Rolando Bianchi ma la testa signori, ci vuole la testa.
Roberto Mattina