Catania, 21/01/2013 – “Un’arteria piccola, ma importante per la mobilità, per i collegamenti di via Messina e del quartiere Picanello”.
Inaugura così il Sindaco Raffaele Stancanelli la riapertura al traffico di Via Timoleone. Accorso direttamente sul luogo, il Sindaco insieme all’assessore alla Mobilità Santi Cascone, presenta il cronoprogramma delle imminenti consegne delle stazioni RFI: Ognina, Picanello e Piazza Europa: L’incipit per una nuova mobilità.
“Ad aprile consegneremo Alcide De Gasperi, cruciale problema in termini di viabilità per poi ultimare entro giugno le aree in superficie della RTI. Inoltre saranno anche avviati i lavori per il collegamento di via Fiume, tramite un Cavalcaferrovia, piccolo ponte pedonale e carrabile. Con politiche di razionalizzazione della spesa, i costi si sono minimizzati a circa 100 milioni di euro: 2 milioni per tratte da 15 km. Tenendo conto – conclude il Sindaco Raffaele Stancanelli – della rivalutazione della zona (più del 60%), possiamo ritenerci pienamente soddisfatti. Eccovi i risultati per dimostrare ancora una volta il rispetto agli impegni presi e la coscienza seria di chi lavora per migliorare la nostra città.”
Una mobilità flessibile in cui il progetto della Rete Ferroviaria Italiana, studiato per collegare i comuni della fascia ionica, intende stabilire il raddoppio ferroviario nel tratto urbano, come sperimentazione della così detta metropolitana leggera: la “metroferrovia”.
La strategia sta tutta nella revisione del Piano Generale della città con lo scopo di snellire e smaltire il più possibile il flusso dei passeggeri “individualisti”, che utilizzano il mezzo privato, con la “scelta collettiva” del mezzo pubblico, quando questo sia efficiente ed efficace. E per efficacia ed efficienza parliamo di velocità e modernità. Una scelta non solo in termini di viabilità, ma anche di ecosostenibilità. L’obiettivo è che tutti i raggi di Catania siano coperti in tranvie economiche per avere la certezza del numero dei mezzi e non andare incontro ai soliti imbottigliamenti di traffico schizofrenico.
RFI nel triduo delle metroferrovie, prega insieme all’amministrazione comunale che questo obiettivo venga raggiunto, anche per demonizzare il rinomato impatto socio-culturale della collettività di fronte l’innovazione e il cambiamento. Catania è pronta per questa nuova mobilità? È pronta al concetto di ticket e all’abbandono del pieno benzina?
Dichiara l’esperto del sindaco per la Mobilità Giacomo Guglielmo: “Abbiamo evitato di chiudere via Urzì e aperto il pozzo in via Messina. Via Timoleone, dopo 5 anni, è l’inizio. Un’arteria minima nella complessità di un progetto esteso non solo al raddoppio ferroviario, ma all’uso di BRT e parcheggi scambiatori. Il sofferto problema della mobilità catanese è di grande importanza e la “metroferrovia” potrebbe essere un rimedio”.
Intervenuto l’assessore Santi Maria Cascone durante un sopralluogo al cantiere della stazione di Ognina: “Vi confermiamo con certezza della chiusura di tutti i lavori RFI, anche sotterranei, entro il dicembre 2013. Il Comune di Catania è riuscito ad accelerare il completamento delle opere grazie ai rapporti di collaborazione istituzionale che ha con gli altri Enti, comprese le Ferrovie, nella realizzazione delle infrastrutture cittadine”.
Se da un lato stanno i risultati, l’altra faccia della medaglia, quella arrugginita, non vede via Timoleone rivestita dell’asfalto della ItalFerr con le strisce bianco acceso, ma guarda con respiro ciò che in cinque lunghi anni di lavori pedanti e opprimenti è stato negato: la vivibilità del quartiere.
È venuto a mancare lo spazio pubblico. Il cantiere installato ha prevalicato sul vivere comune. Con difficoltà l’intero quartiere si è dovuto adeguare a impossibili soluzioni. La quotidianità è stata stravolta.
La banalità di un parcheggio, la quiete e la semplicità nei percorsi per raggiungere casa.
Cinque anni di disagi assurdi in cui non può non mancare la polemica, perché di polemico c’è la gestione dei lavori.
Palazzi fracidi dall’umidità, sfiancati dai pilastri indeboliti per “il ferro mangiato”, perché si è sorvolato superficialmente o volontariamente sull’assenza di asfalto.
Oggi i cittadini del quartiere respirano serbando rabbia. Reclamano spiegazioni e risarcimenti da parte di quelle società fantasma (in appalto) che negli anni hanno passato di mano in mano la palla delle responsabilità, negando trasparenza ai diretti interessati. Tanta amarezza in tanta modernità, forse sprecata dal malcontento generale?
Valeria Battiato
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