Classe ’85 e 85 volte destinato a riempire gli scaffali della letteratura contemporanea, Andrea Gentile, venerdì scorso, in esclusiva a Catania ha presentato il suo ultimo libro “L’impero familiare delle tenebre future” edito da Il Saggiatore.
Gentile supera la critica e regala la canzone narrata dentro il ritmo disteso ed estasiato di un pubblico accorso numeroso per l’occasione, presso la libreria Vicolo stretto in Via Santa Filomena, 38.
Nell’occhiello ricavato dal tessuto di una Catania sotto la morsa del gelo, è venuto a crearsi l’anello in grado di far passare il bottone della solidità del fermento catanese alla cosciente aderenza nel catturare l’attenzione dello spettatore: l’ascolto.
La storia allucinata, imperturbabile per la fantasmagorica confusione della “non-realtà”, viene spezzata raccontando l’ossessione compulsiva dell’anonima protagonista, oggetto (in io-narrante) di una premonizione, angosciosa e inenarrabile, legata alla ricerca del corpo scomparso “in morte” della madre. Ambientato in un favoloso paese del centro sud, Masserie di Cristo, la lettura de “L’impero familiare delle tenebre future” traspone e smaterializza tempo e spazio, lasciando concrete e palpabili la meccanica della massa corpo in natura. Tutta fisicità frazionata, tutta salvezza: riepilogare il ritorno alla natura senza l’inquinamento mediatico, senza l’agonia di Papa R. figura ingombrante nella drammaturgia della lettura. Recita lo stesso autore: “Tutto il paese, che è Italia, è in apprensione. Questo paese dove le bombe hanno deflagrato piazze e stazioni, questo paese dove le bombe hanno sbrindellato corpi e corpicini sublimandoli in macchie su di un muro, questo paese dove neanche più le bombe trovano il tempo di scoppiare, perché privo d’ossigeno è il paese tutto: questo paese è in apprensione, ed è l’Italia.
Papa R sta male”.
Il recupero del corpo nel recupero della materna apprensione ancestrale. La madre, simbolo della corazza placentale, rimbalza in un eremo disturbato dal distacco di una società de-umanizzata. La nonna e la pecora Ocabia sono altre chiavi mobili e geometriche, inquiete e rigorose del romanzo. S’impongono a chi guarda e ritornano alla mente in una estrema pulizia informale su ciò che permette di “schiudere” e catturare l’opera.
La logica razionale smistata, traduce un percorso di frattali seguendo una vorticosa complessità architettonica nel fare letteratura lasciando il “lector in fabula” assolato sotto la musicalità del significante sul significato. È struggente lo stile, tempro di difformismi e suoni sdentati nella sublimazione poetica. Poesia e filastrocca scoperchiate dal vuoto e dallo sgomento lacero e fracido dell’esistenza.
Abitati da soggetti-oggetti, “L’impero familiare delle tenebre future” si pronuncia anche come il tentativo realizzato di compromettere le rigide espressioni (tipicamente italiane) nello scrivere in maniera semplicistica. La morbidezza e l’evanescenza si esprime in metafisica.
“La scrittura senza il plot narrativo – introduce Massimo Vinci, responsabile e-book delle edizioni San Paolo – si assembla all’architettura mobile della parola, ora si frantuma ora si contraddice, ma si realizza solo nella pluridimensionalità organica del senso estratto dalla frase”.
L’appuntamento al Vicolo stretto nella metodologia dell’accompagnamento musicale, ha stupito e rafforzato l’affinità emotiva con la lettura. Come due gemelli monozigoti, a metà strada tra lo sfuggente e la catarsi, il pubblico ha incontrato poesia, mito, scultura e tutta la macchina dell’arte semplicemente a quattro mani. Sono intervenuti, Giuseppe Torresi direttore editoriale Villaggio Maori edizioni e Accademia delle Editorie Per l’accompagnamento musicale: Massimo Vinci (chitarra) e Alessio Vinci (percussioni).
Presenti gli studenti dell’Accademia delle Editorie di Catania per il progetto della rivista letteraria “La pessima giornata”. Aperitivo letterario con l’azienda vinicola “Tenuta Mosole” nella degustazione di vini curata da Maria Morelli, presidente della delegazione provinciale della Scuola europea Sommelier.
Andrea Gentile (Isernia, 1985) ha lavorato con Enrico Deaglio ai libri Patria 1978-2008 (2009) e Raccolto rosso 1982-2010 (2010). Nel 2011 ha pubblicato (con Maddalena Rostagno) Il suono di una sola mano e nel 2012 il romanzo per ragazzi Volevo nascere vento (Mondadori).
Gentile, oltre a tenere un blog per “il Fatto Quotidiano” collabora con “Alias”, supplemento del “Manifesto” e su “Il” mensile del Sole 24 Ore.
Valeria Battiato