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Giornata della Memoria con La Fondazione La città invisibile nel Rito del TU BIHVAT – Capodanno degli alberi

[quote] “È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare.
Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore.
Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte.
Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità.”[/quote]

602887_4748685428331_454842546_nSi è conclusa così ieri la Giornata Internazionale della Memoria. Sulle parole di Anna Frank, La Fondazione La città invisibile e i bambini della Scuola di vita e orchestra “Falcone Borsellino” hanno commemorato le vittime dell’Olocausto e ricordato l’orrore del genocidio nazista attraverso il rito del “TU BIHVAT”, ovvero Il “Capodanno degli Alberi” che prevede secondo la tradizione ebraica l’uso di piantare alberi.
L’albero simbolo della vita e della rinascita si lega al giorno della Shoah nel vincolo imprescindibile di umanità stessa, come afferma il verso da cui prende origine la tradizione: “Perchè l’uomo è come l’albero del campo” (Dt,20’19).
L’umanità rinasce e affonda nuove radici sul campo della memoria e della riflessione storica obbligatoria, necessaria. La memoria richiama il ricordo impalpabile e deformabile dalle generazioni postume, allacciandosi alla ricostruzione razionale dei fatti: la storia. Memoria e storia assumono la forma del connubio vissuto nell’eterno presente, incapace di svincolarsi dall’indispensabile sguardo al futuro: la rinascita.

Il 27 gennaio tocca ciascuno di noi. Non commemorare questa data sarebbe non solo un errore, ma anche un modo miope di sottrarsi dal fare i conti con il declino storico vissuto. La macchia dell’olocausto appartiene ad un modello di rievocazione che contemporaneamente deve andare oltre lo specifico nazionale e riferirsi alla costruzione di una identità europea democratica.
Con questo spirito di memoria e storia, la “Fondazione La Città Invisibile” nella mattina di ieri, ha dato appuntamento davanti Castello Ursino per dare inizio ad una vera e propria “passeggiata storica” al fine di rilevare tracce e luoghi della presenza ebraica nella città di Catania.
Castello Ursino, via Gisira, via Garibaldi, Piazza Duomo, via Vittorio Emanuele, via Spadaro, via Naumachia.
537016_4748663227776_244279081_nNella riscoperta della “Giudecca Suprana e Suttana” (area che comprende le vie sopracitate), i bambini insieme all’accompagnamento delle loro famiglie, hanno conosciuto particolari che ancora oggi sfuggono nelle pagine della storia di Catania, perchè scarse sono le testimonianze e le fonti. Castello Ursino, Pozzo di Gammazita, lo Judicello (Fonte Alemano), la Porta segreta sono strumentali riletture del passato ebraico di Catania.
“Nel Castello Ursino di ebraico è la raffigurazione della “Menorah” sulla torre delle bandiere a nord ovest e del “Pentalfa” sul finestrone di levante. Dove sorge il pozzo di Gammazita vi era la sede della Judeca Suttana, mentre le acque del fiume, detto Judicello, per quanto malsane, furono usate come via d’accesso al mare per il trasporto della merce che esportavano o importavano con le navi nei commerci costanti con la terra dei loro avi. Continua Alfia Milazzo, Presidente della Fondazione La Città Invisibile, rivolgendosi ai bambini curiosi – Riguardo la Porta segreta in via Vittorio Emanuele si ricorda un certo Antonio Lanza, che venne deportato dai nazisti nel lager di Dachau (da cui per fortuna riuscì a tornare vivo) ed una certa signora Eliana Guzzi che viveva nella casa della porta invisibile.”
Al termine dell’itinerario, appuntamento nel giardino di piazza San Cristoforo con Carmelo Coppolino, presidente della I municipalità, per piantare gli alberi secondo il TU BIHVAT.

Sotto le note di Schindler’s list al violino, i ragazzi della Scuola di vita e orchestra “Falcone Borsellino” a nome della loro Fondazione La Città Invisibile, hanno ricordato:
Aliotta Sebastiano, Catania; Barbagallo Giuseppe, Acireale; Boscarelli Gaetano, Caltagirone; Calì Vincenzo, Giarre; Campo Agatino, Misterbianco; Candella Giuseppe, Catania; Caruso Alfio, Adrano; Caruso Angelo, Misterbianco; Cittadino Michele, Catania; Consolo Alfio, Zafferana; Corsaro Alfio, Catania; Costanzo Angelo, Caltagirone; D’ Amore Salvatore, Caltagirone; D’Angelo Antonino, Catania; De Corrado Giovanni, Caltagirone; De Forte Vincenzo, Catania; Di Piazza Antonino, Bronte; Di Prima Mario, Catania; Dottorello Francesco, Caltagirone; Emmanuele Rosario; Felice Filippo, Catania; Ferrara Giuseppe, Linguaglossa; Firrarello Angelo, S. Cono; Gagliano Antonio, Catania; Galata Antonio, Motta S. Anastasia; Gandolfo Salvatore, Vizzini; Genovesi Concetto, Giarre; Giuffrida Giuseppe, Catania; Grasso Federico, Catania; Greco Giuseppe, Linguaglossa; Gulizia Giuseppe, Mineo; Ingo Epifanio, Caltagirone; La Marca Edoardo, Catania; Landolina Giovanni, Caltagirone; La Rosa Alfio, Catania; La Rosa Venero, Belpasso; Leone Girolamo, Caltagirone; Leonardi Giuseppe, Zafferana, Lo Faro Salvatore, Giarre; Longo Alfio, Adrano; Messina Salvatore, Mineo; Milone Carmelo, Mineo; Nicotra Luigi, Catania; Papa Santo, Misterbianco; Pesce Agatino, Motta S. Anastasia; Porto Lorenzo, Catania; Previti luciano, Motta S. Anastasia; Puglisi Vincenzo, S. Venerina; Puglisi Leonardo, Riposto; Pulvirenti Sebastiano, Acireale; Rainieri Francesco, Catania; Ramponi Angelo, Randazzo; Salanitro Carmelo, Adrano; Scalisi Antonino; S. Maria di Licodia; Scuderi Gaetano, Misterbianco; Severino Carmelo, Catania; Sgroi Giuseppe, Catania; Spampinato Francesco, Catania; Stissi Giovanni, Adrano; Torrisse Settimio, Catania; Tranchida lino, Catania; Tropellone Sebastiano, Acierale; Vassallo Giuseppe, Catania; Vasta Salvatore, Mascali; Vecchio Salvatore, Catania; Velardita Salvatore, Caltagirone; Verdura Salvatore, Catania; Villari Antonio, Trecastagni; Zappalà Ignazio, Adrano.

Crescita e opportunità punti di riferimento ineludibili di riflessione etica sul peso della storia che ci portiamo alle spalle, perchè la comunità apprenda la storia di questa importante comunità, presente e attiva nella città di Catania, perchè alla fine dell’orribile catena del genocidio, quegli stessi bambini con i loro genitori, nonni e zii, saliti sui treni senza ritorno vivano attraverso la nostra memoria e attraverso le foglie degli alberi piantati a San Cristoforo.
Hanno partecipato: l’Anlai di Cremona, guidata da Gualtiero Nicolini, Gianni Sineri, Liborio Scaccianoce, Don Ezio Coco, Daniela De Crescenzo, Matteo Crimi.

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