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E alla fine arriva il carcere.

Carcere: finisce così il lungo corso del caso giudiziario legato all’omicidio del diciottenne Federico Aldrovandi, avvenuto a Ferrara il 25 Settembre 2005; finalmente i 4 colpevoli verranno arrestati, lo ha stabilito oggi il tribunale di sorveglianza di Bologna.

Per rinfrescare la memoria a coloro che avessero scordato  i particolari di questo omicidio, ricordo che gli assassini sono dei poliziotti e che l’assassinato era solo un ragazzo fermato per strada dopo aver passato una serata con gli amici, sì magari aveva bevuto un po’ e aveva assunto stupefacenti, ma era solo e l’hanno pestato in 4.

Rispolveriamo qualche dettaglio del caso:

È notte quando Federico viene fermato da una pattuglia di P.S. con a bordo gli agenti Enzo Pontani e Luca Pollastri; non si sa esattamente cosa succede, ma la pattuglia chiama i rinforzi, sostenendo di essere stati aggrediti da un “invasato violento”. Arriva un’altra pattuglia, stavolta si tratta degli agenti Monica Segatto e Paolo Forlani.

Il risultato di quello che avvenne è che alle 6 del mattino il ragazzo viene trovato riverso per terra, in una pozza di sangue, con le mani ammanettate dietro la schiena.

Cosa è successo? Sembrano domandarselo solo i genitori di Federico, avvisati dell’accaduto solo 5 ore dopo il decesso.

Tutto tace, le indagini stentano a partire, ci sono, tra l’altro, chiari tentativi di depistaggio, finchè, la mamma di Federico Patrizia Moretti, il 2 Gennaio 2006 apre un blog e racconta la storia di suo figlio e della sua tragica morte senza senso, ciò costringe gli inquirenti a far luce sul delitto e a cercare la verità.

Il 15 Marzo 2006 i 4 poliziotti vengono finalmente iscritti nel registro degli indagati e il 6 Aprile riceveranno gli avvisi di garanzia.

Nel processo di primo grado vengono immediatamente a galla dettagli agghiaccianti, soprattutto grazie alle rivelazioni dell’unica testimone del processo: Annie Marie Tsaguen, una donna del Camerun che osserva tutta la scena dalla finestra di casa sua e che sente Federico lamentarsi e chiedere aiuto mentre a turno i 4 balordi lo picchiano e lo schiacciano salendogli sul torace fino a non farlo respirare.

Inoltre appaiono chiari elementi di incoerenza come:

  • Il PM, la notte dell’omicidio non andò a fare il sopralluogo.
  • I due manganelli che furono ritrovati rotti non vennero sequestrati.
  • Il nastro con le comunicazioni tra la pattuglia eil 113 venne messo a disposizione della Procura solo dopo molti mesi.

Nel Luglio del 2009 arriva la prima condanna a 3 anni e 6 mesi per i 4 imputati per: eccesso colposo in omicidio colposo. La condanna è stata successivamente confermata in appello lo scorso Giugno.

Oggi finisce questa storia, la storia giudiziaria di Federico, purtroppo la sua storia, quella vera è già finita da otto anni; non finisce di certo il dolore dei suoi cari.

A chi volesse, consiglio la visione di un documentario dedicato al caso Aldrovandi dal titolo: È stato morto un ragazzo: Federico Aldrovandi che una notte incontrò la polizia (Filippo Vendemmiati, 2010), perché le verità vanno raccontate e perchè può capitare ancora, è già successo.

 

 

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