CATANIA – Primadonna al quadrato: succede se Anna Maria Guarneri incarna il mito di Eleonora Duse. E se l’intenso monologo di Ghigo De Chiara rivive nella regia di Maurizio Scaparro, che firma da par suo uno spettacolo giunto al culmine di una sensazionale tournée nazionale. Anche nel capoluogo etneo cresce l’attesa per il ritorno della Guarneri, signora della scena europea, ospite del Teatro Stabile di Catania nel soggiogante atto unico “Eleonora ultima notte a Pittsburgh”.
La pièce è meditazione e insieme celebrazione di un sommo magistero artistico, e perciò ben s’inserisce nella stagione dello Stabile etneo, che il direttore Giuseppe Dipasquale ha intitolato “L’arte della commedia”, esaltandone le proteiformi sfaccettature di un universo di cui la Duse fu musa ineguagliata. La produzione, realizzata dal fiorentino Teatro della Pergola, sarà alla sala Ambasciatori dal 6 al 10 febbraio. Le scene sono di Barbara Petrecca, i costumi e le musiche rispettivamente a cura della Sartoria Teatrale Farani e di Simonpietro Cussino, le luci di Gino Potini.
Nasce a Vigevano in una camera d’albergo; muore a Pittsburgh in una camera d’albergo. È l’inizio e la fine del lungo viaggio, la lunga tournée intorno al mondo di Eleonora Duse, figlia d’arte che recitava in giro e attraverso i continenti con coraggio, nella sua lingua, giorno dopo giorno, città dopo città, sempre attenta ai mutamenti della scrittura e dell’arte scenica.
Ma l’arte sua, quella costruita con la gioia e la fatica di vivere, con la curiosità e l’ansia di conoscere, era destinata a resistere nel tempo ed a diventare mito, forse perché era un grido o un canto splendidamente e tragicamente umano, come sa essere talvolta l’arte teatrale.
Ecco allora i primi amori. Il cielo di Napoli, Asolo, gli incontri con Gabriele D’Annunzio e Arrigo Boito. Le lettere sparse negli anni e nei viaggi. Il grande affetto per la figlia Enrichetta. E poi la guerra, l’amore per l’Italia e per il suo idioma, le vittorie, la solitudine, le delusioni, le rivincite. La Parigi di Sarah Bernhardt e i palazzi di Pietroburgo. La predilezione per Beethoven. La “crudeltà” di New York, il sole di San Francisco, la pioggia e le ciminiere di Pittsburgh. Eppure sempre la volontà, malgrado tutto, di viaggiare, conoscere e sperimentare il nuovo, per poi tornare sempre al suo vero amore: il teatro.
Per questo “L’ultima notte a Pittsburgh” è rivissuta da Maurizio Scaparro partendo dal testo di Ghigo de Chiara e fidando sulla sensibilità di una grande attrice italiana come Annamaria Guarnieri, in un alternarsi febbricitante di ricordi e di sogni, con l’eco dei testi e degli spettacoli che alla Duse furono più cari, ma soprattutto con il conforto di parole scritte durante tutta la sua vita alle persone amate e a se stessa. Ed è anche un modo per rendere omaggio oggi, a più di 150 anni dall’Unità d’Italia, ad una donna straordinaria, a quello che ha significato e significa per la diffusione della nostra cultura e del Teatro italiano nel Mondo.