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Fontanarossa declassato: Le ragioni irragionevoli Il Sindaco Stancanelli propone un’azione a tre

Sotto gli inizi delle festività di S. Agata, ieri mattina presso la sala Giunti di Palazzo degli Elefanti si è tenuta la conferenza stampa sul declassamento dello scalo di Fontanarossa, secondo il Piano Nazionale per lo sviluppo aeroportuale.

Conferenza aeroporto3Declassamento significa che l’aeroporto retrocede nei “comprehensive network”, anziché avanzare nella rete “core”. Significa che Fontanarossa non sussiste, tra gli scali di interesse nazionale, come “nodo primario” per i collegamenti transeuropei dei trasporti del mercato unico. Causa di decentralizzazione del Network secondo Bruxelles (e di rimbalzo secondo Roma) sarebbe in primis la densità di popolazione che interessa le due aree della Sicilia orientale e occidentale: Catania e Palermo.
I dati affonderebbero nella eterna diatriba dei due capoluoghi? L’UE individua rete “core” solo Palermo in quanto Mega-metropoli dall’entourage superiore al milione di abitanti.
Classe A e classe B, ma di classe è l’inezia e la facciata immacolata del dato “densità di popolazione” preso come parametro decisivo nella scelta Core e non Core. È chiaro che il vaglio burocratico non tiene conto dell’effettiva funzionalità delle singole infrastrutture, inscindibili dall’ambiente e dalla realtà socioeconomica cui si inseriscono.
Declassare un aeroporto legato a 7 delle 9 province dell’isola con quasi 5 milioni di passeggeri l’anno avrebbe dei risvolti e delle conseguenze drastiche. L’aeroporto verrebbe svalutato, col rischio di perdere importanti finanziamenti in previsione di investimenti futuri. Il sud marginalizzato e mortificato da politiche criptiche in una burocrazia onnisciente? Isolazionismo dettato dalla “religio paneuropeista” o ancora come afferma il primo cittadino Raffaele Stancanelli, l’interesse di “una manina domestica”?

Una manina domestica sotto la specie di talpa. Qualcuno che si muove con disinvoltura all’interno, rema contro Fontanarossa? Oggi attorno a questo “rotondo”, è da ammirare la compattezza delle parti e l’armonia dell’univocità tenuta sull’argomento. Domani invece quale soluzione concreta, quale mossa dovremmo aspettarci?”
“Non ho le attrezzature adeguate per poter ufficialmente rispondere alla questione della manina domestica. È un’ombra che aleggia attorno questa sconcertante questione. Siate certi, continua il sindaco, che bloccheremo tale ingiustizia. In nome della città di Catania e dei milioni di siciliani che vi affluiscono, vi garantiamo che è assolutamente nei nostri interessi tutelare un bene primario quale l’aeroporto, una conquista nostrana avviata e sviluppata nel “business che non conosce crisi”. Un utile proficuo per la crescita e il rilancio dell’economia. Non accettiamo che Fontanarossa venga etichettato come di non rilevanza strategica. Condanniamo questa decisione scellerata, ingiustificata ed in evidente contrasto con la forte vocazione imprenditoriale della Sicilia orientale. “Domani” di concreto porteremo avanti le tre proposte di azione dibattute pocanzi. Il coinvolgimento della Regione con il presidente Crocetta che sfrutterà la propria voce in capitolo all’interno dei vertici Sac. Dopo la regione punteremo ancora a Roma e al ministro Passera. Chiediamo delucidazioni, chiarimenti e non sub-classificazioni a 5-3 stelle. Il silenzio del Governo non è più accettabile”.

2013-02-02 11.41.25L’aborto prematuro del complesso aeroportuale nostrano Catania-Comiso (in fase di un fattivo rilancio e non certo di un brusco declassamento) è di cruciale attenzione nei termini impliciti di spesa pubblica e di welfare sociale. Tema caldo in mano ai sindacati Cgil, Cisl, UIL e Ugl presenti alla conferenza con i propri segretari Villari, Rotolo, Mattone e Mazzeo.
Forse i guaiti di Catania-Comiso, gemelli omozigoti dello stesso progetto aeroportuale abbiano decelerato la stima nei confronti dell’UE? Potremmo spiegarci la scelta di non inserire Catania-Comiso nelle carreggiate aeree primarie? L’interrogativo rimane aperto, ma il privilegio geografico che gode l’isola siciliana nei confronti degli altri paesi del Mediterraneo è evidenziato dalla mappatura stessa.
In termini di “node”, la decisione declassa sì Fontanarossa,ma penalizza la risorsa primaria della Sicilia quale il turismo, danneggiandone sviluppo e crescita. Sul tema della tutela del territorio e del cittadino, è intervenuto Giacomo Rota (Cgil): “Catania-Comiso può diventare, come sistema integrato per il trasporto della Sicilia orientale, una grande occasione di sviluppo per il territorio. L’omogeneità delle posizioni assunte devono sollecitare gli interventi e anticipare una possibile svalutazione del bene Fontanarossa”.
Per l’apparato industriale: Confesercenti, Legacoop e Confindustria, rispettivamente con il presidente Innocenza Lombardo, il presidente Giuseppe Giansiracusa e il presidente Domenico Bonaccorsi.

Conferenza aeroporto2Quest’ultimo ai nostri microfoni: “Fontanarossa, inserito nella modernità della crisi economica, non conosce che il beneficio di essere un sistema semplice-produttivo in grado di dare vivacità alla economia della nostra parte di territorio. Come si innesca dunque la contropartita giocata sul campo delle forze dei fondi europei bloccati? Può spiegarci come un oggetto non intaccato dal debito venga a morire in assenza di finanziamenti futuri?
“Gli investimenti sono il futuro di ogni realtà. Che sia proficua oggi non significa abbandonare risorse per il domani. Bloccare i fondi pubblici europei, in questo caso a Fontanarossa, porta con sé il tentativo di soffocare e frenare la crescita. La crescita è funzionalmente vincolata dall’investimento. Non guardare al futuro, non avere e dare supporto alla modernità, al cambiamento e al miglioramento restringe il cordone del profitto. Quello che oggi è un utile, domani diventa un peso recessivo della società: in-utile.”

Gli appetiti di una possibile privatizzazione hanno amplificato la scenografia del dibattito. I presunti benefattori e la sconvolgente deviazione dal pubblico al privato con la relativa vendita/svendita a 5 stelle o 3 stelle, per Pietro Agen, presidente di Confcommercio Sicilia: “Quello che mi sorprende è che si parla di privatizzare Catania, ma non si parla invece di privatizzare Trapani, Cagliari e Alghero che hanno un’organizzazione gestionale affidata completamente al pubblico. Forse non se ne parla perché producono meno utili di Fontanarossa? L’abitudine di cedere ai privati ciò che si produce in produttività e lasciare lo scarto al pubblico, non può più ottenere il nostro consenso. A nome della Confcommercio non siamo più aperti alla privatizzazione e tanto meno alla svendita dettata da un prezzo prestabilito e probabilmente pilotato sulla base del declassamento in serie B a 3 stelle.”

Con le forze produttive, sociali e sindacali anche Renato Serrano, direttore generale della Sac che sulla base di un documento d’intenti elaborato e presentato ai partecipanti del “rotondo”, ha rassicurato in conclusione la consegna del suddetto “al Presidente della Regione Rosario Crocetta prima della Conferenza Stato-Regione dove il Governatore potrà obiettare la scelta assunta da Passera sul Piano nazionale degli aeroporti.”
Presenti all’incontro: il presidente provinciale Coldiretti, Giovanni Pappalardo e il vice direttore Ottavio Pirracchio, il direttore Confesercenti, Salvatore Politino. Confcommercio con Francesco Sorbello, la Camera di Commercio con Alfio Pagliaro, il vice presidente Confindustria Antonello Biriaco, il vice presidente vicario Confcommercio Catania Nino Nicolosi, Confcooperative Catania con Andrea Pace.

Valeria Battiato

 

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