Roma – E’ stato, dicono, uno dei più tormentati, il periodo che ha visto Ratzinger nelle vesti di Papa Benedetto XVI. Un periodo turbolento in cui molte ombre si sono gettate sulla Sacra Romana Chiesa. Una serie di ombre piccole e grandi che, secondo la maggior parte delle testate giornalistiche, avrebbero angustiato e convinto il Papa a “dare seguito”. La sua rinuncia dunque potrebbe essere in qualche modo legata ad uno qualsiasi degli eventi che si sono accavallati, o a tutti nel loro insieme, anche se non è d’accordo il Cardinal Dziwisz che invece sottolinea come “la discesa dalla croce” di Papa Benedetto sia dovuta all’avanzare dell’età dell’uomo che oggi ha 85 anni. Lo stesso Benedetto si è affrettato a dire di non essere più sicuro delle proprie forze. Dunque sarebbe solo una questione di vecchiaia ed acciacchi o ci sarebbe dell’altro in questo gesto già definito un“fulmine a ciel sereno”?
Se facciamo un resoconto di questo periodo storico-cattolico la prima cosa che salta subito alla memoria è “Vatileaks” e il suo rapporto che ha scioccato il mondo intero. Tutti ricordano che nel corso del 2012, il Vaticano è stato scosso da questo scandalo, dall’enorme fuga di notizie senza precedenti che partita dal Vaticano ha raggiunto le case di tutti i comuni mortali, attraverso ogni tipo di canale. Fuga di segreti importanti dell’amministrazione corrente del Palazzo pontificio messa in atto da Paolo Gabriele, maggiordomo del Pontefice, che viene processato e condannato a settembre 2012 e successivamente perdonato dal Papa in prima persona tre mesi dopo. Uno scandalo che ha molto toccato Benedetto, che secondo i bene informati avrebbe già da quel momento pensato ad una eventuale dimissione. Ma poi arrivano i sospetti di una malattia alle ossa, sospetti che escono fuori solo pochi minuti dopo l’annuncio. Si dice che il Papa sia affetto da una forma particolare e grave di artrite, cosa immediatamente smentita da Padre Lombardi nel corso di una conferenza stampa. Ma allora, quali le ragioni, o per meglio dire, quali le vere ragioni di questa vicenda destinata ad essere scritta in maniera indelebile sui libri di storia?
Ed ecco che dalle pagine de “Il sole 24 ore” viene fuori la possibilità di un pacemaker sostituito in gran segreto alcuni mesi fa. Poi l’ipotesi del “Corriere della Sera” secondo il quale, un rapporto che circolava in Vaticano da mesi è stato consegnato a Ratzinger che non ha retto più per la pesantezza di ciò che vi era scritto. Qualcuno fa riferimento invece ai numerosi casi di pedofilia che hanno demolito in tutto il mondo l’immagine della Chiesa. Che dire poi delle ombre abbattutesi sul Vaticano nel 2010, quando al culmine di una inchiesta svolta su indicazione della Banca d’Italia, la finanza mette sotto sequestro 23 milioni di euro depositati presso un conto del Credito Artigiano. Ciò porta ad un profondo rinnovamento presso l’Istituto delle opere religiose ed alla nomina di Ettore Gotti Tedeschi, personalità di spicco della finanza di stampo cattolico che comunque nel 2012 viene rimosso dal Vaticano per “scarsa trasparenza nella gestione dell’Istituto”.
Infine ecco arrivare la rivolta dei cardinali avvenuta a Los Angeles lo scorso primo febbraio quando il nuovo arcivescovo Josè Gomez aveva sollevato da tutti gli incarichi il suo predecessore Roger Mahony per l’atteggiamento indulgente da lui tenuto nei confronti di 122 sacerdoti accusati di pedofilia e smascherati dalla pubblicazione di documenti che li incastrano. Ciò avrebbe messo in moto una vera e propria rivolta finita con un faccia a faccia tra il cardinale Sodano e il pontefice.
Dunque più di uno forse i motivi che hanno spinto Benedetto XVI a spogliarsi delle sue vesti e a consegnare la Chiesa nelle mani del successore. Tra tutti i motivi possibili in ogni caso ne emerge uno ulteriore ed è l’inevitabile confronto al quale è stato perennemente esposto, un confronto con Giovanni Paolo II, ancora saldamente legato nelle memorie e nel cuore di quanti lo hanno amato e dei tanti che lo hanno osteggiato. Un confronto che forse nessuno avrebbe mai potuto vincere.