L’associazione culturale Darshan, in collaborazione con Officine Culturali e il DISUM (Dipartimento di Scienze Umanistiche) dell’Università degli Studi di Catania, inaugura lunedì 25 febbraio, al Coro di Notte del Monastero dei Benedettini, la stagione di Filmconcerto: rassegna di film muti musicati dal vivo dall’Ensemble Darshan.
Il primo appuntamento, presentato dal professore Sebastiano Gesù, è lunedì 25 febbraio 2013, ore 21:00, con The navigator (USA, 1924) di Donald Crisp e Buster Keaton.
Ingresso 7 euro. I posti sono limitati è dunque consigliata la prenotazione. È possibile acquistare i biglietti in prevendita presso l’Infopoint di Officine Culturali – Monastero dei Benedettini.
Per prenotazioni, biglietti e per conoscere le date dei successivi appuntamenti, è possibile contattare la segreteria di Officine Culturali ai numeri 0957102767 | 3349242464 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 17:00 oppure consultare i siti web www.monasterodeibenedettini.it | www.officineculturali.net.
“…le diverse anime del cinema muto rigenerano i propri codici espressivi nella riconfigurazione audiovisiva della musica dal vivo”
Alessandro De Filippo, Università degli Studi di Catania
“Il programma dei Filmconcerto ha radici profondamente confitte nella storia del cinema. Appare chiaro come a fronte di una ricchezza della varietà delle fonti, corrisponda un’ampiezza della portata dell’azione espressiva. Da Buster Keaton all’amato Murnau – già indagato con successo dall’Ensamble Darshan – a Griffith, le diverse anime del cinema muto rigenerano i propri codici espressivi nella riconfigurazione audiovisiva della musica dal vivo.
Non è un semplice accompagnamento, ma è una rilettura, uno sguardo nuovo e luminoso che nasce dal confronto tra l’esperienza live del concerto e le immagini ricondotte davanti a un pubblico di fruitori.
La polvere degli anni, d’un tratto viene scrollata via da una visione che si fa revisione, rinascita e primavera cinematografica. Tra convergenze e contrappunti, le immagini visive dei grandi maestri del cinema dialogano con le sequenze sonore composte dall’Ensamble Darshan, in un confronto fitto fitto oppure diradato, in un’esplorazione sottile e leggera di frasi musicali attente e rispettose; eppure abbagliante nella luce del cinema biancoenero”.