Lettera aperta di Tumbiolo
Mazara del Vallo- La Regione Siciliana mostra gli attributi e prende posizione sulla pesca al novellame. Intelligenti pauca, la “neonata” è il pretesto per affermare il pieno diritto/dovere di decidere, di autoregolamentare l’attività di pesca in ragione di un “diritto fondamentale”, costituzionale, la competenza esclusiva.
La questione, ovviamente, non riguarda solo la pesca ma tante altre materie sociali, economiche e culturali. Quì si tratta di tutelare e difendere il principio autonomistico, non a parole ma in punto di diritto. Sia ben chiaro, sulla “neonata” io la penso così: la pesca al novellame, come e più che qualunque altra attività del mare, va Disciplinata con la D maiuscola, studiata, regolamentata, monitorata, applicata nei tempi, nei modi e negli spazi. VA CONTROLLATA!
Se tutto questo non lo fa la Regione Mediterranea maggiormente “dipendente dalla pesca”, chi lo deve fare? La Sicilia ha l’obbligo di fare ciò quale capofila naturale (lo impongono la storia e la geografia) dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo. Essa ha il sacrosanto diritto di orientare, guidare, educare, diffondere, “vendere” le sue specifiche conoscenze, il suo know-how, a tutte le regioni costiere del nord Africa ed oltre. L’Europa deve lasciarglielo fare!
Qui si gioca un partita difficile e delicata. Qui sono in gioco il Potere anche quì con la P maiuscola e la credibilità delle istituzioni.
Ritengo che la Sicilia non debba fare marcia indietro ma andare dritto verso una autodisciplina rigorosa e certa. Riprendersi il potere di decidere le sorti del proprio territorio, della propria gente, non significa però seguire le pulsioni elettorali o le miopi richieste di quattro “fuorilegge” che non rappresentano affatto -lasciatevelo dire da me che li conosco tutti- la stragrande maggioranza degli onesti pescatori siciliani. Significa invece imporre rigore, disciplina, in una parola: responsabilità. Significa mettere ordine nel “sistema mare”, che attraversa una stagione di profonda crisi, prima di tutto dal punto di vista amministrativo.
Se la Sicilia intende realmente, come giustamente Crocetta e Cartabellotta asseriscono, diventare un “faro” per il nord-Africa, ha l’obbligo di creare le strutture adeguate e coerenti con gli obiettivi prefissati. Per prima cosa bisogna creare un “Assessorato del Mare” ove tutte le competenze, oggi sparse in ben 7 dipartimenti, possano ricongiungersi in una struttura integrata affinchè ciò che fa la mano destra lo sappia la mano sinistra, affinchè si possa avere una dimensione e visione generale.
Saprà la Regione Siciliana resistere alle inevitabili “bordate” romane, degli ascari, degli stupidi e dei marpioni di Bruxelles? Saprà fare tutto ciò? Non lo so, ma Crocetta a me pare abbastanza intraprendente e determinato.