I rossazzurri mettono sotto l’Inter smarrita e inconcludente del primo tempo, ma la ripresa è un incubo. I rosanero giocano bene ma non segnano e tifano Roma.
LA TATTICA
Il 4-2-3-1 di Maran ben collaudato e testato con Bergessio spuntone offensivo del titanico Catania si oppone ad un 4-3-3 approntato alla bene e meglio da un confuso Stramaccioni, che dovendosi barcamenare tra casi di spogliatoio (Cassano), infortuni (Milito) ed incapacità di fare il mercato di gennaio (cessione di Livaja) e dovendo guardare a Coppa e campionato, ha scelto per un Palacio in panca in favore di un evanescente Rocchi.
LA GARA
Il primo tempo è una sinfonia tutta rossazzurra con il pressing andante dei migliori centometristi di Maran, Alvarez e Izco su tutti, le geometrie allegre di Lodi, gli acuti in do maggiore di Bergessio lì davanti. Basta poco, una cappellata mastodontica di Juan Jesus messo più volte in difficoltà dal bomber rossazzurro, che ruba palla e di destro insacca sul primo palo di Handanovic. Passa ancora qualche minuto ed è Marchese completamente solo in area nerazzurra a siglare il 2-0. La banda nerazzurra sembra già arrivata al requiem ma Bergessio non ha la forza ne la prontezza per suonare le note finali. Termina la prima frazione, Strama è nero arrabbiato col mondo e con i suoi, Maran se la ride e si distrae. C’è una strana aria però, chi era presente al Massimino l’ha potuta tranquillamente tastare, chi invece era a casa l’ha vissuta fidandosi delle parole di bomber Bergessio a fine primo tempo “dobbiamo fare il terzo perché l’Inter è sempre pericolosa” detto fatto. Inizia il secondo tempo c’è Palacio e l’Inter torna sulla terra, presente in campo con la testa. L’argentino è vivo, brucia Rolin da fermo e mette in mezzo per Alvarez che brucia i marcatori e mette dentro, è il goal della speranza, il primo acuto. Che diventa arroganza quando più tardi è ancora Palacio a sfruttare una solitudine da eremita in area e staccare di testa per il pareggio. Esattamente non si capisce come Spolli e Rolin abbiano potuto concedere tanto spazio a Don Rodrigo, ma la frittata è fatta anzi, manca ancora la cipolla per renderla più dolce e saporita. Ingrediente che arriva nei minuti di recupero, quando ancora Spolli in giornata decisamente no, si lancia in scivolata in area piuttosto che rimanere in piedi e concede a Cambiasso (nel frattempo entrato per Guarin) tutto il tempo per mettere palla bassa in mezzo per l’accorrente Palacio, che ancora solo sigla la rete vittoria.
MARAN A RIPETIZIONI DA STRAMA
Maran stavolta ha peccato di narcolessia e nel momento in cui doveva dare nuova linfa ai suoi ha contribuito, lasciando ancora fuori Almiron salvo metterlo tardivamente, a favorire la remuntada interista che nel proprio allenatore ha trovato invece il mazziere perfetto che ha calato l’asso piglia tutto Palacio nel momento decisivo. Il posticipo serale arretra addirittura in ottava posizione dietro la Roma, allontanando il sogno europa.
PALERMO GIOCHI BENE MA NON VINCI
Il Gasp è tornato, il Palermo ritrova un gioco convincente (sempre che non lo avesse già con Malesani) con il 3-4-2-1 ma non trova il goal. Ennesimo pareggio il quarto consecutivo ma non basta, per rimanere in A ci vogliono i tre punti. Il mercato ha dato nuova linfa con gli arrivi di Sorrentino sontuoso su una palla goal nitidissima di Meggiorini, ma ha anche tolto molto con le cessioni di Giorgi, Budan e Brienza. Fabbrini non in giornata ed in generale poco incisivo nella sua esperienza in rosanero, oggi è uscito anzi tempo per un più presente Dybala che comunque non ha avuto neanche il tempo di farsi valere. Miccoli ha dato il suo contributo ma la staffetta con Boselli non è la via giusta. Ilicic meglio a sinistra che a destra. Morganella imbarazzante è a tratti lo specchio di questo Palermo troppo sufficiente per rimanere in A, al punto tale da dover sperare negli altri, nella fattispecie nel Genoa per continuare a sognare la A, e per fortuna che Pescara e Siena si sono fermate, altrimenti sarebbe stato ultimo posto in solitaria. Il Toro ha fatto la sua onesta partita e avrebbe potuto chiuderla considerato che giocava in casa contro una squadra consapevole di poter finire in B. Menzione speciale al centrale granata Rodriguez veramente insuperabile quest’oggi e quasi perfetto oseremo dire. Il solito Cerci avrebbe potuto incidere di più sulla gara ma lo straordinario Garcia (solo per oggi si intenda) non gli ha permesso di fare faville.