Sono scesi del 2,4% i consumi a gennaio rispetto a un anno prima e dello 0,9% su dicembre. In termini di media mobile a tre mesi l’indicatore, corretto dai fattori stagionali, segnala un nuovo arretramento, dato che ha riportato i consumi sui livelli di fine 2004. Questo quanto emerge dall’indicatore dei consumi di Confcommercio.
I consumi italiani potrebbero continuare a calare nei prossimi mesi e per l’economia si prospetta un 2013 molto difficile, a tal proposito Confcommercio afferma “Le prime informazioni congiunturali relative all’inizio del 2013 mostrano con una certa chiarezza che non si può escludere un ulteriore peggioramento, confermando l’impressione che anche il 2013 sarà un anno particolarmente difficile per l’economia italiana”.
“La dinamica tendenziale dell’ Indicatore dei Consumi Confcommercio di gennaio riflette una diminuzione del 3,7% della domanda relativa ai servizi e del 2,0% della spesa per i beni. Relativamente alle singole funzioni di consumo il primo mese dell’anno conferma la permanenza di forti elementi di criticità in quasi tutti gli aggregati. Il dato più negativo è ancora quello relativo ai beni e servizi per la mobilità la cui domanda registra, anche a gennaio 2013, una flessione a due cifre (-10,1%). Riduzioni dei consumi particolarmente significative hanno interessato anche gli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-3,9%), l’abbigliamento e le calzature (-3,9%), tutti segmenti che scontano dal 2010 un notevole ridimensionamento della domanda. In linea con quanto già accaduto nel 2012, solo il complesso dei beni e servizi per le comunicazioni ha mostrato una variazione positiva delle quantità acquistate dalle famiglie (+5,7% rispetto l’analogo mese del 2012). I dati destagionalizzati mostrano a gennaio una riduzione dello 0,9% rispetto a dicembre. Per intensità questa evidenza é piuttosto inconsueta, spiega Confcommercio, dal momento che negli ultimi 36 mesi le variazioni uguali o peggiori di quella osservata a gennaio sono soltanto tre. Nel mese di gennaio, sia i servizi sia i beni hanno mostrato riduzioni di un certo rilievo, pari rispettivamente a -0,7% e -1,0%. La tendenza al ridimensionamento della domanda ha interessato, nel primo mese del 2013, tutte le funzioni di spesa (le maggiori contrazioni, pari allo 0,8%, si sono avute per alimentari bevande e tabacchi e per alberghi pasti e consumazioni fuori casa)”, “a segnalare come il permanere della crisi, che ha già modificato le abitudini di acquisto delle famiglie anche in termini di rapporto qualità/prezzo, stia comportando una riduzione generalizzata della domanda”.
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