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L’amore è femmina

Dietro ad uno scrittore, spesso, c’è nascosta una storia, e la protagonista di quella storia è quasi sempre una donna. Nel giorno della festa delle donne, ho deciso di parlarvi di una donna, Juliette Drouet, che non è stata un’eroina, non ha compiuto grandi imprese, ha semplicemente (se semplice si può definire) amato un uomo, lo scrittore Victor Hugo.

Juliette è stata accanto a Victor Hugo per 50 anni, salvandolo persino dalla prigione durante il colpo di stato di Napoleone III. Lei non era la moglie di Hugo, ma la sua amante, nel senso che non si sposarono mai. Hugo aveva precedentemente sposato un’altra donna che gli aveva dato 5 figli e che un bel giorno l’aveva tradito. Una volta scoperto l’adulterio Hugo abbandonò la moglie e si diede alla bella vita.

Nel 1833 conosce Juliette, un’attrice, tra i due nasce subito un rapporto molto intenso, anche se lui non abbandonerà le sue abitudini libertine; lei invece, dall’esatto istante in cui s’incontrarono, amò soltanto lui, dedicandogli l’intera esistenza.

Hugo e Juliette si scrivevano moltissimo, sono state ritrovate quasi 20.000 lettere; in particolare, avevano l’abitudine di scriversi una lettera il giorno del loro anniversario, quello della prima volta che si erano incontrati. Hugo ne fece addirittura un libro e lo chiamò il Libro dell’anniversario.

Leggete cosa scriveva Victor a Juliette:

«Faccio tutto ciò che posso perchè il mio amore non ti disturbi, ti guardo di nascosto, ti sorrido quando non mi vedi. Poso il mio sguardo e la mia anima ovunque vorrei posare i miei baci: sui tuoi capelli, sulla tua fronte, sui tuoi occhi, sulle tue labbra, ovunque le carezze abbiano libero accesso».

E lei:

«Ho bisogno del tuo amore come pietra angolare della mia esistenza. E’ il sole che soffia la vita in me».

Da parte sua, Hugo le dedicò molti versi e non mancò mai di scriverle lettere appassionate. Ma, era uno scrittore, e la scrittura ha bisogno anche di solitudini e silenzi, Juliette sapeva rispettarli. Aspettava che il suo amore tornasse a cercarla, senza recriminare le assenze, lei era lì per amarlo.

Juliette fu la sua ombra, un angelo custode, abnegata, totalmente dedita al suo idolo, alla sua religione:

«Oh, sì, sono la tua donna, non è vero, mio adorato? Me lo puoi confessare senza arrossire. E tuttavia il mio primo titolo, quello che voglio conservare tra tutti e al di sopra di tutti, è quello di tua amante, la tua amante appassionata, ardente, devota e che conta solo sul tuo sguardo per vivere, sul tuo sorriso per essere felice».

Forse tutto ciò potrà apparire poco femminista nel giorno della festa delle donne e probabilmente fin troppo romantico. Ma, dopo aver letto quest’articolo su LaStampa.it di qualche giorno fa, mi sono detta perchè non parlare di lei? Forse l’amore non è soprattutto femmina?

Allora auguri donne, lavorate ed amate, siate mamme ed amate, soprattutto, più di tutto amate.

Chiudo con ancora due righe di Juliette:

«Noi facciamo, ognuno dalla sua parte, il nostro piccolo lavoro: tu scrivi un capolavoro, io ti amo. Mi sembra che la mia opera non sia inferiore alla tua».

Certo che no, cara Juliette.

 

 

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