Il Distretto Produttivo della Pesca si è classificato al 19esimo posto nella classifica “Ecodistretti 2012” curata da Ambiente Italia che ha valutato 100 distretti italiani. Nel ranking di tale rapporto, il Distretto della Pesca è risultato il primo nel suo settore, terzo in assoluto fra quelli del Sud-Italia, dietro al Distretto Conciario di Solofra (Campania) e al Distretto Meccatronica di Palermo.
L’annuale “Rapporto Ecodistretti”, giunto alla sua sesta edizione, promosso dalla “Rete Cartesio” (che studia cluster, aree territoriali e sistemi d’impresa omogenei) ha classificato i distretti italiani sulla base di performance riportate dalle aziende in materia di sostenibilità ambientale. Queste performance sono state valutate da un coordinamento scientifico composto da Ambiente Italia, in collaborazione con lo IEFE dell’Università Bocconi e della “Rete Cartesio” (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ERVET Emilia Romagna, Gemini Ist. di Roma).
La valutazione è stata effettuata sulla base di 6 indicatori: Infrastrutture per la sostenibilità; tecnologie ambientali; certificazioni ambientali; qualità ambientale dei prodotti; controlli ambientali mirati sul distretto; ecoinnovazione.
“L’importante risultato conseguito nella classifica degli Ecodistretti – dichiara il Presidente del Distretto Produttivo della Pesca, Giovanni Tumbiolo – nonostante le difficoltà, evidenzia la virtuosità delle attività svolte dalle nostre imprese e dal Distretto in questi anni e la validità del nostro modello produttivo, fondato sui principi della “Blue Economy” che prevede l’utilizzo responsabile, razionale e condiviso delle risorse marine e la loro salvaguardia.
Questa “mission” – sottolinea Tumbiolo – avrà ricadute positive sulle imprese aderenti al Distretto. Tuttavia siamo in Sicilia, terra difficile, complicata, dove agiscono forze gattopardesche e soggetti che operano con la solite vecchie modalità di stile mafioso, sempre pronte a screditare e colpire con tutti i mezzi, subdoli e spregiudicati, ciò che di buono c’è.
Noi però andiamo avanti, fiduciosi, anche perché sappiamo di non essere soli, grazie alla forza di imprese virtuose e di una nuova classe politica ed istituzionale emergente che ci fa sperare, questo si, in un futuro di responsabilità”.
Link Progetto Blue Economy