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Sanremo – Tiriamo le somme!

Finito Sanremo, finito l’evento televisivo/musicale dell’anno, atteso, preparato, criticato, polemizzato, ma che anche quest’anno ha messo seduta più di mezza Italia per parlar di tutto quello che è, che esprime e che gli gira intorno. Troviamo allora un modo singolare per raccontarvi di come lo abbiamo visto, capitolo per capitolo.

La conduzione: Posata e garbata quella di Fazio, come un marchio di fabbrica che dato il successo non si cambia. Irriverente, dirompente, innovativa e dissacratoria quella della Littizzetto, che ha saputo ritagliarsi spazio grazie anche alla coppia che funziona.

Il vincitore: Marco Mengoni raccoglie i frutti di un lavoro personale. Spesso le sue scelte non sono state facili, come quella del secondo disco, che aveva raffredato gli appetiti adolescenziali su di lui, vendendo molto meno del primo lavoro. Riconsquista così posizioni.

Il podio: Due Festival e due secondi posti per Elio e le storie tese, che però portano a casa anche il premio della critica, e del miglior arrangiamento conferito al mito partenopeo Beppe Vessicchio. Bilancio decisamente positivo per la band milanese, che non solo ha regalato momenti di grande musica, con un brano che contiene nei suoi 4 minuti scarsi tutto, dal pop, al jazz, dal rock alla samba, ma anche una grandissima prova di cabaret. Terzi invece i Modà, quelli che di questo Festival potevano farne anche a meno, visto che il loro disco “Gioia” ha già solo in prenotazione, messo in fila 200.000 acquirenti.

Le polemiche: Al Festival si sa, non mancano mai. Quest’anno parte da leone per Anna Oxa, eliminata per un discorso di contemporaneità ma che forse tanto vecchia musicalmente non è stata mai. Lo è stata però per questo continuo dito puntato contro, anche se ancora ad oggi, nessuno ha capito contro chi.

I giovani: Vince Antonio Maggio e mette d’accordo tutti, dalle radio, al pubblico televisivo, dal giovane alla signora in pantofole. Seconda arriva Ilaria Porceddu, scommessa vinta di come l’attesa possa produrre qualcosa di buono ed il suo pezzo lo è. Terzo Renzo Rubino, vincitore del premio della critica, che tanto clamore ha fatto con questa canzone sull’amore omosex, raccontandolo, finalmente, come qualcosa di cui non vergognarsi, senza sensi di colpa. Certo dissentiamo sulla scelta arrangiamentale, tronfia e vecchia.

La bellezza e l’eleganza: Tra gli uomini il pubblico ha sancito in Daniele Silvestri l’artista più bello di questo Festival, tanto che pare fosse nata per le strade di Sanremo una petizione che volesse l’artista romano nudo. Quello più elegante sicuramente Marco Mengoni, con completi sobri tinta su tinta dai colori anche ricercati. Simona Molinari tra le donne si prende due gradini massimi, quello della più bella, ma anche anche della più elegante con degli abiti audaci per le scollature sulla schiena ed i centimetri (pochi) di gonna, ma che su di lei non sono mai caduti nel volgare.

La sensualità: Battaglia a due tra l’immagine della donna mediterranea e carnalmente bellissima come Maria Nazionale, che porta i suoi anni non più verdissimi in splendida maniera e con delle forme generose e materne, e Malika Ayane, che non è un campione di bellezza, ma sensuale nei movimenti e nelle sinuosità.

I talent: Sembrava che l’evoluzione Fazio e l’innesto delle giurie di qualità dovesse distruggere la possibilità di vittoria da parte di ex-talent ed invece… Vince Mengoni tra i big e Maggio tra i giovani ( con Porceddu seconda ), tutti provenienti da questi programmi che forse è il caso di rendersi conto che non sono affatto la morte della musica, ma la sola possibilità che hanno i ragazzi di provarci, visto che non esiste altro.

L’avanguardia: Gli Almamegretta arrivano al Festival e seppur ultimi classificati non sfigurano, proponendo ciò che è il loro fare musica e non svenderla alle leggi di quella che passa solitamente per questo palco. Anche i Marta sui Tubi hanno rispettato la loro personalità artistica.

I cantautori: Tenero Criticchi, veritiero Silvestri, pazzo Gazzè.

Le votazioni: Il televoto premia i talent ed il pop da classifica, ma la giuria di qualità che eppur fa salire di ben 6 posizioni gli Eli ( dalla 8 alla 2 ) non riesce a buttar fuori dal podio nè Mengoni, nè i Modà. Riesce però a recuperare dalle retrovie Malika che conclude quarta. Ne fanno le spese Annalisa e Chiara che scendono fino al 9° e 8° posto e Molinari & Cincotti, addirittura penultimi.

Gli ospiti: Asaf Avidan senz’altro con il sensazionalismo giustificatissimo della sua esibizione, straziante, convincente, profonda. Antony and the Johnsons seguono a ruota con la morbidezza di una presenza vocale come poche e poi il nostro Bocelli a ricordarci di quali bei viaggi può fare la musica di qualità.

Ed in conclusione: Il Festival 2013 vince senz’altro.

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