Domani la “Giornata mondiale contro il Razzismo”
Il 21 marzo ricorre la “Giornata mondiale contro il Razzismo”, anniversario della strage compiuta dalla polizia nel 1960 a Shaperville (Sud Africa) contro la folla che manifestava pacificamente per l’abolizione del sistema dell’apartheid, e che causò 69 morti e 180 feriti.
Ricordare il 21 marzo a Palermo significa prima di ogni cosa svelare una realtà sociale che negli ultimi anni è stata caratterizzata sempre più da atteggiamenti, azioni e pratiche di chiara matrice razzista. Ed il razzismo a Palermo si manifesta nella sua forma più violenta: dalle aggressioni di cittadini stranieri sui mezzi pubblici o nelle strade dello struscio palermitano, ai pestaggi dei cittadini tamil nella zona della Zisa fino alla barbara uccisione delle ragazze nigeriane, per ricordare solo alcune delle vicende che hanno segnato la cronaca cittadina.
L’11 febbraio 2011, un venditore ambulante marocchino di 27 anni, Noureddine Adnane, dopo aver subito una serie di controlli da parte dei vigili urbani del capoluogo palermitano, fino al sequestro della sua merce, si da fuoco e muore dopo una settimana di agonia il 19 febbraio.
L’Osservatorio contro le discriminazioni razziali “Noureddine Adnane” di Palermo nasce nel marzo 2012 con lo scopo di porre in primo piano il problema del razzismo nella nostra città, attraverso azioni di monitoraggio ed analisi di pratiche ed azioni discriminatorie che possano essere la base per l’impostazione di politiche attive contro il dilagare del fenomeno razzista; e con la convinzione che il razzismo si combatte a partire dalle norme e prassi messe in atto nelle sedi istituzionali.
In attesa che la magistratura stabilisca le responsabilità per la vicenda di Noureddine, altre azioni debbono essere intraprese da parte dell’amministrazione comunale per dare un segno tangibile di impegno contro il razzismo a Palermo. Nel clima di dialogo e di confronto che ha sicuramente caratterizzato fino ad ora l’intervento del Comune verso i cittadini stranieri e le associazioni impegnate nel settore, è tuttavia mancato un intervento per modificare norme e prassi istituzionali che sono una delle fonti principali delle pratiche discriminatorie in città e, indirettamente, di atteggiamenti e modalità razziste nel tessuto sociale urbano. È urgente in primo luogo modificare il regolamento comunale che disciplina la vendita degli ambulanti a Palermo, lo stesso al quale era sottoposto Noureddine, e che ancora stabilisce per i venditori ambulanti l’obbligo di spostarsi ogni ora da un luogo ad un altro. È urgente altresì intervenire per favorire un diverso approccio da parte di funzionari dell’amministrazione locale, nei diversi settori e livelli, verso i cittadini stranieri.
Nella sua azione di monitoraggio l’Osservatorio rileva che nell’ultimo anno i casi di discriminazione istituzionale sono ancora preponderanti. In particolare si osservano casi di discriminazione messi in atto da funzionari delle forze dell’ordine nonché abusi amministrativi perpetrati in ambito sanitario verso cittadini stranieri. L’informazione e la formazione, nelle scuole ma anche nell’ambito degli uffici che operano a contatto con la popolazione straniera costituiscono strumenti fondamentali per invertire la rotta del progressivo imbarbarimento di matrice razzista che ha segnato negli ultimi anni il percorso della nostra città.