“Io mi tiro fuori, ma si facciano le primarie. E’ stato detto che il candidato del PD alle primarie deve essere uno solo, va bene così, ma non si rinunci a questo strumento di partecipazione democratica”, così il parlamentare del PD Giuseppe Berretta ha annunciato stamane il suo ritiro dalla corsa a Palazzo degli Elefanti senza però rinunciare a dare “un contributo in positivo per il rafforzamento del centrosinistra e per riproporre un percorso unitario aprendo anche a quelle personalità, penso in particolare a Marisa Acagnino, che si sono messe in gioco anche in maniera imprudente rispetto alle logiche di una città in cui ci si muove in modo troppo felpato”.
“Il mio non è un ritiro polemico – ha continuato Berretta, che oggi ha incontrato la stampa nella sede del movimento Io Cambio Catania – ma un’ultima chiamata, un ponte di dialogo, confronto e collaborazione che parta dai contenuti e dall’esigenza di rinnovamento nelle idee e persone. Uno sforzo per quelle primarie che ci continuano a negare. Enzo Bianco le definisce procedure burocratiche. Per me invece sono metodo e sostanza del Partito Democratico. Un partito che sa che i partiti hanno dei limiti e che hanno bisogno di aprirsi ai cittadini. Il Centrosinistra catanese invece sta sbattendo la porta in faccia a chi voleva partecipare. Non è solo un problema mio ma di tutte le associazioni che si erano assunte responsabilità e impegni con voglia di fare”.
Il deputato democratico non rinuncia a ricordare il lavoro svolto negli ultimi anni per Catania e, negli ultimi mesi, affrontato con il movimento civico Io Cambio Catania, rappresentato oggi da Daniele Sorelli, che continuerà a vivere e proseguire l’impegno a partire da un incontro che si terrà sabato prossimo: “Abbiamo avanzato proposte concrete, abbiamo parlato di Porto, paradigma della nostra voglia di aprire la città al mondo, a tutto ciò che non è stantio e chiuso alle novità, abbiamo parlato di aiuti alle start-up dei giovani catanesi, di mobilità sostenibile, di innovazione tecnologica, di commercio che muore nell’indifferenza totale – ha elencato Berretta – Portare avanti queste proposte ci ha procurato un tentativo di umiliazione, ma noi non ci sentiamo sconfitti ma orgogliosi di una battaglia contro scelte e accordi di potere in cui non ci riconosciamo”.
E ancora Berretta sulla scelta del Pd di candidare Enzo Bianco ha affermato: “Il 7 aprile in molte città si terranno le primarie, invece qui continuano gli incontri con partiti e politici pronti a riciclarsi, con ex assessori delle giunte di centrodestra che hanno sfasciato la città, con trasformisti e cacciatori di poltrone. Restano sullo sfondo, in tragico distacco, i problemi di Catania. I catanesi avrebbero potuto votare per le primarie dopo aver sentito le proposte dei candidati, invece si sono visti imporre per l’ennesima volta Enzo Bianco, un uomo solo al comando che ripropone ancora una volta la versione sicula del berlusconiano Ghe pensi mi”.
E a proposito delle candidature di cui si è parlato nelle ultime settimane, Berretta ha pubblicamente rivolto un pensiero al magistrato Marisa Acagnino: “Non spetta a me, ma colgo l’occasione per scusarmi con Marisa Acagnino. Non si fa così, non si chiede ad una persona di valore di scendere in campo per poi girarsi dall’altra parte al momento decisivo. Io non ci sto, mi tiro fuori ma continuo a chiedere che si facciano le primarie, senza di me. Nessuno potrà più accusarmi, com’è accaduto in maniera del tutto strumentale, di essere un rampante pigliatutto. Le primarie non le ho invocate per me, ma per la città e per il Centrosinistra. Io ho imparato che a volte occorre mettere da parte se stessi mentre altri, che dalla politica hanno avuto tutto, questa lezione non l’hanno imparata” ha proseguito il parlamentare catanese.
“Il coordinatore del PD a Catania Enzo Napoli ha detto che nulla è ancora deciso. Se è così, e io ci credo, perché non sfruttare il tempo che ci separa dal 9 giugno per organizzare le primarie? Io non parteciperò candidandomi personalmente, lo farò da uomo del PD, sarò leale al partito come lo sono sempre stato. Ma si facciano lo stesso le primarie con chi si è detto disponibile, la Acagnino in primo luogo, Paolo Castorina, si coinvolga il mondo delle associazioni riunite attorno a padre Notari, si coinvolga Maurizio Caserta. Insomma il Centrosinistra riannodi il suo rapporto con la città e si presenti con il volto del rinnovamento in grado di offrire una vera alternativa alla città”. “Serve una ventata di freschezza e sobrietà, una politica che non ha bisogno di scorte e lampeggianti e che affermi che sia necessario spendere centinaia di migliaia di euro per fare politica – ha concluso Berretta – Ci sarà un o una Bergoglio per Palazzo degli Elefanti, basta cercarlo”.
Home » Informazione » News » Catania,elezioni comunali_BERRETTA: “Io mi tiro fuori, ma si facciano le primarie”