Non c’è un appassionato di libri che passeggiando per Palermo non sia entrato almeno una volta alla libreria Flaccovio. Per me era una tappa fissa durante le sessioni di shopping in compagnia di mia sorella: piene di buste ci aggiravamo tra gli scaffali attente a non far cascare pile di libri, guardate anche un po’ male dai commessi apprensivi. Per fortuna tutto filava liscio, uscivamo di lì più cariche di prima e alla fine l’unica cosa da fare era tornare a casa per riprendere fiato.
Ho appreso con tristezza la notizia della chiusura della libreria Flaccovio, che, dal 1938 era il simbolo della cultura del capoluogo siciliano, amato da Tomasi di Lampedusa e dalla Maraini. Sergio Flaccovio, titolare dell’attività con il fratello Francesco, non vuole però sentir pronunciare la parola fine: «Stiamo vivendo un momento epocale – dice – perché siamo passati dalla carta stampata a quella digitale. Di questo ci rendiamo conto, così come del fatto che bisognava fare scelte utili per proiettare il nostro lavoro verso il futuro. Vogliamo continuare a essere imprenditori con altre forme editoriali dove è fondamentale l’uso della tecnologia».
Flaccovio però non si arrende: «Il futuro è il multimediale. Il libro di carta diventerà sempre più un prodotto di nicchia per appassionati cultori dell’oggetto-volume. È una rivoluzione nel mondo dell’editoria, con l’avvento degli ebook e l’informatizzazione della lettura, cui è impossibile opporsi. Anche il libro scolastico sta scomparendo. Ecco perché anche una libreria storica come la nostra ha dovuto affrontare questo passaggio doloroso, ma obbligato, per rilanciare gli utili e scommettere sulle nuove tecnologie. Siamo alla terza generazione e vogliamo continuare a fare cultura a Palermo».
Si dice che al posto della libreria apriranno un negozio di intimo… probabilmente i reggiseni si vendono più dei libri.
In bocca al lupo alla famiglia Flaccovio, la cui casa editrice resta in piedi e i cui obiettivi sembrano essere proiettati comunque verso un florido futuro.