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Librino: un semaforo simbolico dai Giovani per Bianco sindaco

Il candidato sindaco di Catania, “Da tempo gli abitanti chiedono un semaforo a chiamata davanti alla scuola Musco, perché non si debba rischiare di morire attraversando la strada”

Catania, 11 aprile 2013 – Un semaforo di cartone è stato posto simbolicamente dai ragazzi del comitato Giovani per Bianco sindaco su un palo accanto all’attraversamento pedonale davanti alla scuola Musco di viale Castagnola dove gli incidenti stradali hanno causato numerosi lutti, compresa la morte, lo scorso anno, di un ragazzo di 14 anni, Giuseppe Cunsolo, uno dei rugbisti dei “Briganti” di Librino.

“Da tempo – ha spiegato Enzo Bianco –, gli abitanti implorano l’amministrazione comunale perché, almeno davanti la scuola, venga installato un semaforo a chiamata pedonale, perché non si debba più rischiare di morire per attraversare la strada. E soltanto quando è stato reso noto che oggi ci sarebbe stata questa manifestazione, hanno provveduto a ripristinare le strisce pedonali ormai sbiadite. Ma qui non ci sono cittadini di serie B, da accontentare con una mano di vernice bianca: tutto questo è inutile senza un semaforo a chiamata che garantisca l’incolumità dei pedoni, la maggior parte dei quali, come è comprensibile, sono genitori e nonni che accompagnano i bambini a scuola”.

I giovani, lo stesso candidato sindaco e un folto gruppo di residenti, hanno poi dato vita a un flash mob bloccando per qualche istante il traffico con dei cartelli rossi di pericolo e una grande scritta: “Rallentare”. E questo per sensibilizzare la cittadinanza sui problemi della sicurezza stradale, in particolare nei pressi delle scuole, e in generale nei quartieri periferici.
Il flash mob si è svolto proprio davanti all’albero nel quale fiori e biglietti ricordano la morte di Giuseppe Cunsolo.

“È stato questo episodio, infatti – ha raccontato Sonia Messina, rappresentante del quartiere – a smuovere gli animi e le coscienze, favorendo una risposta civica del quartiere e a nascita di quel comitato San Teodoro che ha liberato il campo oggi utilizzato dalla squadra di rugby dei Briganti”.

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