CATANIA: Lunedì 22 aprile dalle 18 nella sede del movimento civico Io Cambio Catania, in via Crispi 235, si tornerà a parlare della Città della Scienza di Catania e delle prospettive per un pieno utilizzo della struttura, ancora oggi simbolo delle incompiute catanesi.
A sei anni dalla sua consegna alla città e dopo una decina di milioni spesi dall’Università per realizzarla, la Città della Scienza di via Simeto infatti è ancora chiusa. I catanesi non la conoscono, i turisti men che meno e gli studenti che avrebbero dovuto frequentarla per avvicinarsi alle scienze, all’arte contemporanea e alla storia industriale di Catania non sanno neanche dove si trova questa struttura ricavata dalla ristrutturazione di una fabbrica di zolfo e trasformata nel più grande Science Center d’Italia dopo quello di Napoli, appena distrutto da un incendio doloso.
Dopo la denuncia e le sollecitazioni del deputato del Pd Giuseppe Berretta, qualcosa comincia a muoversi: il rettore Giacomo Pignataro ha nominato una nuova responsabile per la Città della Scienza e questo fa ben sperare per il riavvio di un percorso che porti all’apertura definitiva della struttura.
Parteciperanno al dibattito pubblico: Piera Busacca (Docente di Tecnica e pianificazione urbanistica, Facoltà di Ingegneria – Università di Catania), Massimo Cultraro (Primo ricercatore Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali), Gaetano Foti (Ordinario di Fisica – Università di Catania), Pietro Calì (architetto, progettista Città della Scienza), Vincenzo Marco (Lapolab), Ennio Costanzo (ingegnere) e il deputato nazionale Pd Giuseppe Berretta. Modera Daniele Sorelli di Io Cambio Catania e responsabile nazionale Cultura GD.
Durante la serata sarà inaugurata inoltre la mostra fotografica BdA (Barre d’Argento) di Federico Baronello. Un’esposizione di otto pannelli strettamente legata alla Città della Scienza e alle occasioni sprecate nella nostra città. L’installazione fu commissionata proprio dalla Città della Scienza di Catania con l’intento di illustrare il rapporto tra ricerca e produzione. E l’artista, il catanese Federico Baronello, c’è riuscito benissimo, rappresentando il paesaggio come racconto della storia (in questo caso dello sviluppo tecnologico, scientifico ed economico) ma riagganciandosi a precisi riferimenti formali, quindi ideologici, del modernismo. L’opera, mai esposta alla Città della Scienza, è stata poi acquistata per la collezione permanente della Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco (http://www.lenbachhaus.de/blog/).