Ormai sono diverse settimane che l’Etna erutta lava, irrequieta, minacciosa, incazzata! E c’è chi è pronto a giurare che il vulcano (la terra che amiamo per i tifosi etnei), ribollisse in vista di una gara che valevole come una finale di Champions e più in quanto a importanza sportiva e rappresentativa per le due tifoserie, è finita male, troppo male. Il derby termina 1-1 con una vagonata di rimpianti da parte dei rossazzurri di Maran che non avrebbero dovuto aver pietà dei rosanero a condannarli alla B, ma che invece tengono in vita un flebile sogno. Il senso dell’amor proprio per una terra tanto bistrattata ha avuto la meglio, il derby è finito con un pari che consente al Catania di raggiungere quota 48 e proiettarsi verso il record assoluto di punti in A e al Palermo di lottare ancora fino alla fine.
TATTICAMENTE
Maran gioca sulla continuità del 4-3-3 e affida le chiavi della mediana a Lodi ormai giunto stremato sul finire di stagione (le punizioni che per lui equivalgono a rigori non entrano più anche per bravura altrui), mettendogli accanto olio-cuore Izco( lo Zanetti rossazzurro) e Die Hard Almiron nella speranza di ricavarne pericolosità negli inserimenti. In Avanti il trio fisso Gomez-Bergessio-Barrientos. Giuseppe “furioso” Bellusci invece sostituisce Alvarez, unica defezione del reparto difensivo. Sannino dal canto suo ha trovato la quadra se così si può definire quella del Palermo, puntando tutto sul 3-5-2: dietro Aronica fa fuori Garcia e con Von Bergen e Munoz forma il reparto arretrato; in mediana chiavi in mano a Kurtic e attacco con Ilicic-Boselli.
MATCH
Il Catania fa la parte del leone che ruggisce ma non riesce a sbranare. Il primo tempo è appannaggio dei rossazzurri che ci provano più volte con Lodi su calcio da fermo, Almiron in spaccata, ma nulla da fare. In mezzo Ilicic spaventa Bellusci che se lo perde in contropiede, Andujar salva tutto. Nella ripresa Castro prova il giro e Sorrentino in giornata si supera, è il momento. Gomez è sul lato piccolo sinistro dell’area, mette in mezzo per l’accorrente Barrientos che con molto fortuna trova un rimbalzo letale a Sorrentino, 1-0 e stadio in deliro, il coro Serie B si fa insistente. La partita volge al finire ma è qui che succede l’imponderabile: Bellusci non si controlla e commette un fallo ingenuo, palla al Palermo che sfrutta i secondi concessi. Hernandez spizza dentro, Spolli si addormenta inspiegabilmente e invece che avventarsi come un falco sulla palla e spedirla sui nuovi pianeti Kepler scoperti di recente nello spazio, consente ad Ilicic di mandare al diavolo i sogni rossazzurri e la goduria dei tifosi etnei nel vedere i dirimpettai di Serie A finire definitivamente nel baratro.
VERGOGNA
Dal goal ne nasce una rissa da far west, perché mentre il Palermo inizia i festeggiamenti per il goal appena arrivato, Andujar perde le staffe e rifila un calcio ad un rosanero ricevendo per tutta risposta una testata dall’accorrente Barreto (le immagini sono molto chiare). Nasce la rissa e Andujar si trasforma in un killer, punta Barreto, lo aggancia e gli rifila (con tanto di guantoni ancora calzati) una serie di pugni fino a tirarlo giù con se sul prato. Raccapricciante, indecente, schifoso, penoso, sguaiato e becero finale, per una gara che doveva finire così (1-1) per il bene della Sicilia forse, non certo per quello dello sport e della passione, entrambe calpestate da una giornata di derby nera come la pioggia che viene dall’Etna.