Il candidato sindaco apre la campagna elettorale in un teatro stracolmo di gente, “sono emozionato”. Parla di un messaggio su Fb, di Catania com’era e di come potrebbe diventare
Catania, 20 aprile 2013 – A Enzo Bianco trema un po’ la voce mentre, presentandosi sul palco di un teatro Abc stracolmo di gente, esordisce dicendo “sono emozionato come quel ragazzo inaspettatamente eletto sindaco di Catania 25 anni fa”. Un’emozione così visibilmente sincera da far scoppiare un applauso pieno di calore.
Prima, sul palco e in interviste filmate, introdotti dal giornalista Guglielmo Troina, si erano susseguiti esponenti della società civile, delle forze politiche, dei sindacati, delle associazioni, dei comitati. Tanti a parlare, a ricordare, a proporre. Tanto che Bianco comincia marcando la differenza con quegli altri candidati che hanno aperto la campagna elettorale “da soli, senza ascoltare la gente”, tra sentenze e lezioni. E si fa forte dei 8740 catanesi che “ci hanno messo la firma” chiedendogli di tornare a fare il sindaco della città.
“Per scrivere questo progetto per Catania c’è bisogno di tutti – dice Bianco -, delle migliaia di persone che ogni giorno incontro nella città parlandomi di problemi concreti, in centro come in periferia”.
Ringrazia tutte le forze che lo sostengono, Bianco – in sala c’erano tra gli altri il segretario regionale dei Democratici Lupo e i deputati regionali Concetta Raia e Barbagallo del Pd, Malafarina del Megafono, D’Agostino dell’Udc e altri numerosi esponenti di spicco anche di Sel, Democratici riformisti, Socialisti, Centro democratico, Verdi, Comunisti italiani-Rivoluzione civile -, ringrazia il presidente Crocetta per quanto sta facendo alla Regione. E il suo annuncio “in diretta” dell’elezione di Giorgio Napolitano a presidente della Repubblica scatena una standing ovation.
Parla delle due liste civiche, “Patto per Catania” e “Primavera per Catania” in cui confluiranno tantissimi giovani e donne, esponenti della società civile e anche, dice Bianco, “persone con le quali siamo stati su fronti diversi in passato e che abbiamo accolto perché oggi vogliono portare un secchio d’acqua per spegnere l’incendio che sta distruggendo la nostra casa, portare un mattone per costruire la nuova Catania, una città di cui tornare a essere orgogliosi”.
Traccia un ritratto di quella che potrebbe essere la città tra due lustri, la “Catania più dieci”. Una città metropolitana senza problemi di disoccupazione grazie a un grande patto per il lavoro e lo sviluppo. Una città diventata sicura rispetto alla criminalità e al rischio sismico e idrogeologico. Una città giovane, ordinata e pulita, solidale, piena di verde, senza problemi di traffico e di trasporti, accogliente per i turisti, in cui la tecnologia e in particolare la banda larga, serve a far crescere i cittadini. Una città “che ha saputo riportare al centro le periferie”, in grado di attrarre investimenti grazie a una burocrazia finalmente amica dei cittadini e delle imprese, “Come ai tempi dello sportello unico, che risale al 1996”. Una città della cultura, con un grande campus universitario al posto del vecchio Vittorio Emanuele, una città punto di riferimento per l’Europa e il Mediterraneo.
Ora è la gente a essere emozionata quando Bianco dice “Riprenderà la musica, riprenderemo a viverla questa città, perché la Movida è ricchezza, occupazione, civiltà e gioia”.
Si commuove, Bianco – e si arrabbia – leggendo un messaggio lasciatogli su Facebook da Erica, 30 anni, costretta a emigrare in Svizzera perché dopo una laurea magistrale in Storia dell’Arte, non riesce a trovare lavoro. “Imparerò il tedesco e tornerò a Catania a fare la guida” gli scrive la ragazza, chiamandolo Sindaco Bianco, come ancora fa la maggior parte dei catanesi.
“Dedico questa serata a Erica e a tutte le ragazze e i ragazzi come lei” conclude Bianco. E scoppia l’ultimo applauso. Che prosegue quando Giuseppe Castiglia intona “Ch’è bedda Catania”, dopo aver ricordato anche lui i tempi d’oro della sindacatura Bianco.
Come del resto gli altri “testimonial” prima di lui: la scrittrice Elvira Seminara (“sento il senso di naufragio nel cittadino catanese”), Giuseppe Cannizzo, volontario della Misericordia di Librino ( “è dai tempi di Bianco sindaco che nel quartiere si è fermato tutto”), il giovane Roberto Nicotra (“torniamo all’orgoglio di essere catanesi”, Barbara Bellomo, (“mettiamo la scuola al centro del progetto di rinascita della città”), mentre di sviluppo ecosostenibile e solidarietà hanno discusso Raffaella Mandarano, imprenditrice, e Gabriella Virgillito, direttore di Telestrada e rappresentante della Caritas (sua la proposta di un censimento degli edifici non utilizzati per accogliere le tantissime famiglie rimaste senza un tetto). Ma non solo. In sala c’è Silvio Ontario, presidente regionale dei Giovani di Confindustria, che elogia Bianco: “La cosa più coraggiosa e bella che stai facendo per Catania è quella di rimetterti in gioco”.
I temi del lavoro e della rinascita economica e sociale dopo il degrado attuale sono stati trattati, in un contributo filmato, dai segretari provinciali della Cgil Angelo Villari e della Uil Angelo Mattone, dal commissario provinciale dell’Udc Filippo Cirolli, dal segretario provinciale dei Democratici riformisti Salvo Calogero, dal capogruppo del Pd al Comune di Catania Saro D’Agata e dal presidente di Confcommercio Catania Riccardo Galimberti.
Della Catania felice che riusciva a vivere anche di cultura e rappresentava un esempio per tutta l’Europa hanno parlato invece, in altre interviste, l’attrice Tiziana Lodato, il responsabile organizzativo di Sel Catania Pierangelo Spadaro, Cetti Tuminìa, preside dell’Istituto Fontanarossa di Librino e del Villaggio Santa Maria Goretti, Angela Scarpulla, del Comitato consumatori per Bianco, Orazio Licandro di Pdci-Rivoluzione civile e Giuseppe Caudo, segretario provinciale del Megafono.
Nella foto (Simone Raeli/Fabrizio Villa), Enzo Bianco sul palco dell’Abc