“Mi accingo ad affrontare l’incarico di sottosegretario alla Giustizia con l’impegno e la determinazione richiesti da un compito di grande responsabilità come quello appena affidatomi. Lavorerò insieme al Ministro Anna Maria Cancellieri e alla squadra ministeriale affinché si affrontino da subito le tante e delicate questioni che attengono all’organizzazione della Giustizia, a partire dalla difficile situazione delle carceri: l’Italia è il terzo Paese d’Europa per sovraffollamento, è necessario porre particolare attenzione alle condizioni di vita dei detenuti incentivando, ove possibile, l’ampliamento delle alternative alla detenzione e favorendo misure supportate da progetti volti al reinserimento sociale”. Lo ha affermato il deputato nazionale del Partito Democratico, Giuseppe Berretta, chiamato a svolgere l’incarico di Sottosegretario alla Giustizia del Governo Letta.
“La Giustizia va modernizzata e questo vale sia per gli edifici che ospitano i detenuti sia per quanto attiene al suo buon funzionamento – prosegue il sottosegretario siciliano – Via allora all’informatizzazione dei processi per velocizzare la Giustizia Civile, alla riforma del Processo Penale che includa la semplificazione di alcune forme processuali ancora troppo macchinose e, ancora, trasformiamo i beni confiscati alla criminalità organizzata in una grande risorsa per lo sviluppo del Paese non lasciando soli gli imprenditori chiamati a gestirli: la legalità deve e può portare lavoro e profitti”. “Il massimo impegno poi deve essere rivolto alle norme anti-corruzione: un primo passo concreto è stato compiuto dal Governo Monti con il forte apporto del Pd, ma non è sufficiente perché nonostante sia stata approvata la legge mancano ancora molti dei decreti attuativi – prosegue Berretta – E’ mancato un intervento coraggioso per ripristinare il reato di falso in bilancio, per introdurre il reato di auto riciclaggio, per prevedere pene accessorie che abbiano effettiva efficacia deterrente, e cause di non punibilità o misure premiali per chi rompe il muro di omertà e offre elementi concreti per destabilizzare il sistema della corruzione”.
“Infine, ma non per ordine di importanza, attuiamo la riforma della professione forense approvata nel dicembre scorso in Parlamento, essenziale per salvaguardare diritti e garanzia di autonomia agli avvocati italiani – conclude il sottosegretario alla Giustizia – Ora bisogna vigilare affinché la riforma funzioni concretamente”.