Nel libro Noir. Istruzioni per l’uso, edito da Garzanti (2013), Luca Crovi ispirandosi ad un articolo del Guardian, pubblica le seguenti 10 regole per scrivere un buon noir:
1) Mai iniziare un libro parlando del tempo. Se è solo per creare atmosfera, e non una reazione del personaggio alle condizioni climatiche, non si va lontano. Il lettore è pronto a saltare le pagine per cercare le persone. Ci sono alcune eccezioni. Se capita di essere Barry Lopez, che conosce più modi di un eschimese per descrivere il ghiaccio e la neve nel suo Sogni artici, allora si possono fare tutti i bollettini meteo che si desiderano.
2) Evitare i prologhi: possono irritare, soprattutto quelli che seguono un’introduzione che viene dopo una prefazione. Queste sono cose che di solito si trovano nella saggistica. In un romanzo, un prologo è un antefatto, e si può mettere ovunque. C’è un prologo in Quel fantastico giovedì di Steinbeck, ma va bene perché lì c’è un personaggio che centra esattamente ciò di cui si parla in queste regole. Dice: «Mi piacciono i dialoghi in un libro, e non mi piace che qualcuno mi dica com’è il tizio che parla. Voglio immaginarmelo dal modo in cui parla».
3) Nei dialoghi non bisogna usare altri verbi tranne «disse». La battuta appartiene al personaggio; il verbo è lo scrittore che ficca il naso. Almeno, «disse» non è invadente quanto «borbottò», «ansimò», «ammonì», «mentì».
4) Non usare un avverbio per modificare il «disse», ammonì gravemente. Usarlo in questo modo (o in qualsiasi altro modo) è un peccato mortale.
5) Tieni sotto controllo i punti esclamativi. È permesso usarne non più di due o tre ogni 100.000 parole. Se poi si è inclini a giocare con i punti esclamativi come Tom Wolfe, allora abbonda pure.
6) Non usare mai espressioni come «improvvisamente» o «s’è scatenato l’inferno».
7) Usare dialetti e slang con moderazione.
8) Evitare descrizioni dettagliate dei personaggi: in Colline come elefanti bianchi di Ernest Hemingway, come sono «l’americano e la ragazza che era con lui»? La ragazza «si era tolta il cappello e lo aveva messo sul tavolo». Nel racconto, questo è l’unico riferimento a una descrizione fisica.
9) Non fornire troppi dettagli descrivendo posti e cose, a meno che tu non sia Margaret Atwood e quindi in grado di dipingere con le parole.
10) Cercare di omettere le parti che i lettori tendono a saltare.
Ecco, adesso tutti a lavoro!