GELA (CL) – Promuovere la creazione di start up giovanili a elevato contenuto di innovazione sociale con particolare riferimento alle aree di Gela, Milazzo e Priolo, tecnicamente “ad elevato rischio di crisi ambientale”. Questo l’obiettivo del progetto “Start Up e Responsabilità Sociale: Nuovi Modelli di Sviluppo Territoriale Sostenibile”, nato all’interno del Gruppo di Ricerca “Next Generation Centre” diretto dalla prof.ssa Elita Schillaci, gruppo che da anni opera in questa direzione in collaborazione con la cattedra “Imprenditorialità, Nuove Imprese, Business Planning”, del Dipartimento Economia e Impresa, Università di Catania.
Il progetto verrà presentato oggi – martedì 4 giugno, ore 9.00 – nella chiesetta San Biagio, all’interno della Biblioteca comunale di Gela, in via Palazzi: per i saluti introduttivi accanto alla prof.ssa Schillaci saranno presenti l’assessore regionale alle Attività Produttive Linda Vancheri e il sindaco di Gela Angelo Fasulo. All’incontro, coordinato dal giornalista de Il Sole 24ore Nino Amadore, prenderanno parte: i giovani StartUpper per Gela, protagonisti della sesta Business Plan Competition, promossa dall’Ateneo catanese; Antonella Agodi, Pierluigi Catalfo, Caterina Cirelli, Maria Teresa Clasadonte e Paolo Guarnaccia dell’Università di Catania; Andrea Gumina CEO NEXTTLab e responsabile nazionale ItaliaCamp Relazioni Investitori Istituzionali; Lucia Lotti, procuratore della Repubblica di Gela; Antonio Perdichizzi, presidente Giovani Confindustria Catania; Marco Romano, presidente Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia; Salvatore Scuvera, direttore Formazione DIMARCA Service Gela; Peppe Sirchia, founder Meedori Berlino e manager WCAP Catania; Attilio Toscano dell’Università di Catania.
«Vogliamo dare sostegno concreto alle iniziative imprenditoriali dei giovani siciliani – afferma la prof.ssa Schillaci – e candidare la Sicilia quale Isola-hub dell’intero Paese per le start up innovative e socialmente responsabili. Il tema dominante comincia finalmente a essere non più “come trovare lavoro” ma “quanto lavoro sono in grado di generare per me e per gli altri”. I giovani italiani hanno alzato lo sguardo e sono pronti a correre: talenti non depressi per battere la depressione dell’economia».