Milano, 8 Novembre 2013. Un ‘cerchio blu’ e uno slogan semplice e diretto “Io al diabete non gliela do vinta” sono i simboli della Giornata Mondiale che si celebra il 9 e 10 novembre in Italia e il prossimo 14 novembre in tutto il mondo. Istituita nel 1991 da IDF (International Diabetes Federation) e WHO (World Health Organization) la campagna ha avuto come temi centrali del quinquennio 2009-2013 l’educazione e la prevenzione. Unire le forze per sensibilizzare le popolazioni e prevenire l’insorgere di questa patologia cronica può fare la differenza. Sono infatti 250 milioni le persone che oggi lottano contro il diabete e, senza opportune misure, nel 2025 potranno essere addirittura 380 milioni. In Italia il 9% delle persone fra 20 e 79 anni ha il diabete così come il 20% delle persone più anziane senza dimenticare 15 mila bambini e ragazzi con diabete di tipo 1 e le loro rispettive famiglie. Oltre il 90% dei casi di diabete in Italia risulta essere di tipo 2, a questi, va aggiunta una quota stimabile di oltre 1,5 milione di persone che, pur avendo la malattia, non ne sono a conoscenza. La crescita così marcata dei casi di diabete può essere motivata dall’invecchiamento della popolazione, ma il fenomeno più allarmante e più strettamente correlabile all’epidemia di diabete, in tutte le fasce di età, è sicuramente rappresentato dal diffondersi dell’obesità, dovuto alla progressiva riduzione dell’attività fisica e al cambiamento delle abitudini alimentari. In quest’ottica lo scorso anno è nata la partnership triennale tra Nestlé e IDF l’International Diabetes Federation che si propone di sviluppare un’azione comune per educare alla sana alimentazione e ad un corretto stile di vita: abitudini riconosciute come fondamentali nel prevenire il diabete e tutte le malattie non trasmissibili. All’interno del proprio impegno nel campo della nutrizione, della salute e del benessere, Nestlé si dedica in maniera costante allo studio e alla ricerca di soluzioni mirate, grazie soprattutto al lavoro dei 700 scienziati del Nestlé Research Center, la più grande struttura privata di ricerca in campo nutrizionale al mondo. Di recente pubblicazione, sulla rivista scientifica PLOS ONE, i risultati dell’indagine sull’identificazione dei problemi di salute legati all'obesità, fattore di rischio primario per il diabete anche in età infantile e adolescenziale. Lo studio ha dimostrato come le persone con obesità viscerale condividano un set unico di bio-marcatori che un giorno potrebbero essere utilizzati per identificare gli individui più a rischio di sviluppare problemi di salute correlati all'obesità e quindi al diabete. Il campione comprendeva 40 donne obese per un periodo di due settimane presso la clinica di obesità ambulatoriale dell’Ospedale universitario di Losanna, in Svizzera. “Le persone con obesità viscerale sono riconosciute come maggiormente a rischio rispetto allo sviluppo delle malattie ad essa correlate. La scoperta di bioindicatori poco invasivi, veloci e affidabili per analizzare gli individui affetti da obesità viscerale, potrebbe aiutare a monitorare l’efficacia delle diverse terapie” afferma François-Pierre Martin, coordinatore scientifico dello studio Nestlé. E non solo, la ricerca in funzione della prevenzione tempestiva evita l’aumento dell'incidenza delle complicanze “in futuro potrebbe essere un metodo efficace e accessibile per affrontare il pesante fardello dei tanti problemi che derivano dall’obesità, in particolare la resistenza all’insulina, il diabete di tipo 2, e le malattie cardiovascolari” ha aggiunto l’esperto. Lo studio è parte di un programma di ricerca più ampio sul metabolismo umano, sull’obesità e i problemi di salute ad essa correlati, condotto da Nestlé. Il lavoro scientifico condotto dall’azienda in queste aree ha incluso ricerche che esaminano gli effetti delle diverse tipologie di proteine sul metabolismo energetico, sula sazietà e sul controllo del glucosio. Sono stati analizzati inoltre i segnali complessi inviati dall’intestino al cervello al fine di comprendere come migliorare il controllo della glicemia per i due tipi di diabete e gli effetti della masticazione sulla sazietà. Istituzioni e aziende, educatori e professionisti, genitori e giovani, tutti sono dunque chiamati a mettere a disposizione i propri strumenti di comunicazione perchè fare informazione è importante.