ANNAMARIA TOSINI. GIARDINI E SCULTURE DI CARTA

Da qualche giorno è ospitata presso il Padiglione Tineo dell’Orto Botanico di Palermo una poetica e delicata mostra: Annamaria Tosini. Giardini e sculture di carta.
Varcando la soglia dell’edificio si entra in un mondo fatto di materia fragile, povera, di colori e di tanta musica. Dove ogni frammento di carta, plastica o nastrino ci racconta la storia triste, solitaria e abbandonata di questa tormentata artista.
La vita di Annamaria sembra una favola che procede al contrario. Non c’è un lieto fine, ma dolore su dolore che si è concluso solo con la sua morte nel maggio di quest’anno. Chiunque visiti la mostra e osservi gli occhi di ogni scultura va via con l’amaro in bocca e non può che percepire la malinconia che attanagliava il cuore di questa donna.
Annamaria Tosini realizza le sue dolorose sculture solo negli ultimi quindici anni della sua inquieta esistenza. Anni questi molto ricchi artisticamente e produttivamente, ma anche tanto infelici. Si ritrova, infatti, ingiustamente a “vivere” in una struttura sanitaria in seguito a una interdizione legale. Quindici anni di malignità subita che si è trasformata in Arte e che non ha smesso di esistere nonostante la continua e costante distruzione delle sue opere da parte del personale della struttura sanitaria. Opere in cui ogni più piccolo elemento racconta di lei. Delle sue passioni, delle sue amicizie, della sua vita che non c’è più.
Quella di Annamaria è una mostra che non può lasciare indifferenti, che non può far riflettere, che non può far ammettere a tutti noi che l’Arte non nasce solo nei circuiti intellettualmente riconosciuti,ma si cela in ogni angolo più o meno buio di questo mondo.

Virginia Glorioso