Già in passato abbiamo assistito ad un Balotelli infuriato come domenica scorsa. Ricordate quando militava nell’Inter e a seguito di insulti si tolse la maglia in segno di protesta? O quando abbandonò il campo? E non solo lui… Secondo fonti estere il nostro calcio è il più “razzista”, un paese arretrato, rimasto ad un epoca in cui eravamo abituati a vivere nel nostro orticello circondati dalla poche persone che conoscevamo. Il tema principale del discorso non è però questo, semmai la stupidità del gesto. Tutto è iniziato a seguito di un fallo commesso dal difensore argentino del Catania Spolli su Balotelli. La partita è ormai destinata a terminare con la vittoria del Milan, un giorno felice, quindi, per i rossoneri che possono tornare a sorridere dopo un mese di sconfitte e pareggi o almeno così sarebbe dovuto essere. Spolli, infatti, perfetta dimostrazione della crisi che sta affliggendo il Catania e che non ne vuole sapere di finire, rivolge all’attaccante rossonero una frase non molto carina con conseguente risposta dell’attaccante rossonero(“Non mi devi chiamare negro di m…”, quanto riportato da Eurosport). Possiamo capire il nervosismo del giocatore etneo, ma è inaccettabile che dopo le vicende dello scorso anno ancora non si sia capito che con questi insulti non si scherza. Il giudice sportivo, infatti, potrà ricorrere alla prova tv per incastrare il giocatore e quindi affidargli una pesante squalifica(Questo non migliorerà naturalmente la situazione del club). La domanda che allora ci poniamo è: E se Balotelli fosse stato bianco? In quel caso insulti razzisti non sarebbero stati molto sensati e Spolli non avrebbe detto nulla, ammettendo invece di aver commesso un fallo bello e buono che tra l’altro ha portato anche al gol rossonero. Se è vero che la passione per il calcio unisce, questo non sembra un buon esempio per dimostrarlo…
Mauro Porto