Felipe IV ha giurato ieri mattina dinanzi alle cortes come re di Spagna con a fianco la moglie Letizia e le due figlie. Il giuramento del neo sovrano è stato accolto da un lungo applauso da parte dei parlamentari che hanno gridato a gran voce «Viva il re, viva la Spagna». Il nuovo visibilmente emozionato ma controllato, si è girato verso la consorte che lo ha baciato sulle guance. «Comincio il mio regno con profonda emozione», ha dichiarato Felipe VI parlando di fronte al Parlamento. L’inno nazionale e gli onori militari hanno accolto l’arrivo dei più giovani monarchi d'Europa, accompagnati in questa storica giornata dalle figlie Leonor e Sofia. Per non rubare la scena alla nuova famiglia reale , il vecchio sovrano Juan Carlos non ha partecipato alla cerimonia di investitura del figlio. Erano invece presenti l' ex regina Sofia e la sorella maggiore del nuovo re, Elena. Assente anche l’altra sorella di Felipe, la contestata infanta Cristina, che da quando è stata imputata nel caso Noos, che vede il marito Inaki Urdangarin accusato di appropriazione indebita di fondi pubblici, è stata ufficialmente cancellata da ogni atto ufficiale legato alla corona.
«Incarno una monarchia rinnovata per un tempo nuovo» ha dichiarato nel suo discorso iniziale Felipe VI. E ha precisato che, perché la Corona sappia guadagnarsi «l’affetto, il rispetto e la fiducia dei suoi cittadini» e sia portatrice dell’«autorità morale» deve «garantire la dignità dell’istituzione, preservare il suo prestigio e osservare un comportamento assolutamente onesto e trasparente». «Oggi più che mai – ha osservato – i cittadini sostengono giustamente che i principi morali ed etici devono ispirare e presiedere la nostra vita pubblica. E il re, il capo dello Stato, deve non solo essere un leader, ma anche un servitore di questa giusta e legittima richiesta dei cittadini».
Il nuovo re di Spagna ha assicurato che sarà un capo di Stato «leale» e si è impegnato «ad ascoltare, a comprendere, consigliare e difendere i diritti generali», ed ha anche assicurato il suo ruolo di «collante tra tutti gli spagnoli». Il sovrano ha espresso anche la sua «fede nella unità della Spagna di cui la Corona è il simbolo» e ha sottolineato che questa unità «non è uniformità, ma la ingrandisce e la rafforza». «In questa Spagna unita e diversa, basata sull’uguaglianza degli spagnoli nella solidarietà tra i suoi popoli e nel rispetto della legge, siamo tutti insieme». Il monarca ha concluso il suo discorso salutando nelle quattro lingue ufficiali del Paese, il castigliano, il catalano, il basco e il galiziano.
Antonio Di Fazio