Euroscettico non è soltanto sinonimo di quel movimento di critica all’Unione Europea (e alla sua politica) che ha portato, già a partire dal 2005, a bocciature “eccellenti” di costituzioni e trattati. Euroscettico, in un’accezione assai più “facile” e meno politica, potrebbe definirsi anche un movimento di pensiero “popolare”, quell’onda silenziosa che ha investito tutti noi già all’alba di quel 1° Gennaio 2002, quando tra spumantini e bancomat assaltati, ci ritrovavamo per le mani quelle banconote sottili e un po’ insignificanti (oltre a miriadi di dischetti di rame pressochè inutili) che ci avrebbero cambiato per sempre la vita. Euroscettici per forza di cose e non per prevenzione. Noi costretti a farci i conti con la “minuzzaglia”, gli altri intenti a fregarsi le mani con le banconote pesanti. Noi lì a farci i conti con le carte da 50 euro che non cambiano la vita (perchè non bastano per vivere), gli altri lassù a giocare con l’altrui percezione del denaro (80 euro al mese) mentre si naviga nel lusso e nello sperpero goffamente mascherati da austerity. Uscire dall’euro ci alletta e ci spaventa, perchè è uno di quei salti nel buio che potremmo affrontare solo se accompagnati da una guida sicura ed affidabile. L’Europa ci strozza. L’Euro non ci fa vivere bene. Verrebbe da citare Francois Truffaut e la sua massima sull’amour fou, “Nè con te, nè senza di te”, per descrivere l’impasse economico e mentale in cui ci troviamo quando parliamo di Europa e di moneta unica. Ci hanno privato perfino della sicurezza sul futuro. A questo punto lasciateci almeno lo scetticismo…
Testo e Disegno di Andrea Lupo