Gli 80 anni di Sophia Loren

80 anni. Di cinema, storia e perfino costume. Scorrere la biografia di Sofia Villani Scicolone- in arte “Loren”- che il traguardo delle 80 candeline l’ha raggiunto proprio lo scorso 20 Settembre, significa fiondarsi dentro un amarcord infinito fatto di foto(romanzi), memorie di guerra e, s’intende, storia del cinema. Tricolore naturalmente, ma anche quel po’ di cinema a stelle e strisce che l’ha fatta assurgere dagli anni ’50 in poi (e in un lasso di tempo irresistibilmente breve) a icona mondiale di prorompenza e bravura. Un’infanzia povera e amara la sua, vissuta tra l’assenza di un padre, i cocci del dopoguerra ma anche le prime luci dello spettacolo, quei riflettori “locali” accesi a forza su di lei dalla determinazione di una madre che la conduceva a svariati concorsi di bellezza a soli 15 anni. Sembrerebbe quasi di rivivere la parabola (in chiave adolescenziale però) narrata da Visconti nel capolavoro “Bellissima”, se non fosse che qui la storia non si chiude con la resa del sogno di successo dinanzi alla meschinità dello show-businnes, ma trova invece un sensazionale colpo di scena in quell’ incontro, determinante e fatale, con il produttore Carlo Ponti. Fatale perché ne nascerà un sodalizio d’arte e d’amore destinato a durare tutta una vita. Determinante perché è allora che viene alla luce Sofia “Lazzaro”, florida incarnazione dei sogni maschili e reginetta dei fotoromanzi, così soprannominata perché capace di “resuscitare i morti” dalle pagine di un giornalino. Più in là (grazie al prezioso suggerimento del produttore Goffredo Lombardo) diventerà la più internazionale “Loren”. Un cognome che, nonostante intendesse evocare ascendenze quasi svedesi, sarebbe diventato da subito un sinonimo di italianità pura e inequivocabile (oggi diremmo un “brand” come la pizza o la Ferrari). Sofia diventa dunque “Sophia”, diva autentica capace di muoversi senza impacci tra la napoletanità delle proprie origini e quello star-system americano che l’accoglierà negli anni a seguire “coccolandola” accanto a miti come Cary Grant, Frank Sinatra e Anthony Perkins. Anima iconica e sensuale di un Made in Italy condiviso (non “conteso” si badi) con altre campionesse dell’immaginario cinematografico di allora come Virna Lisi o la mitica “Lollo”, Sophia Loren è riuscita a cavalcare la migliore commedia italiana degli anni ’50 (da “L’oro di Napoli” a “Pane, amore e…”), lasciando però segni indelebili nel dramma (“La ciociara”, “La donna del fiume”) e intrecciando memorabili sodalizi artistici non soltanto con i migliori autori italiani (De Sica, De Filippo, Monicelli, Scola, Risi…) ma anche con gli attori più significativi di sempre (Mastroianni con cui condividerà pellicole come “Ieri, oggi e domani”, “Matrimonio all’italiana” e “Una giornata particolare”). Scorre la storia del cinema attraverso quei suoi zigomi alti e fieri e uno sguardo felino ma al tempo stesso capace di comunicare tenerezza e maternità, mentre l'altra “Storia” si intreccia già in modo indelebile con la sua biografia (la sorella ha sposato uno dei figli di Mussolini e la Loren è diventata zia della più nota Alessandra). Poi ci sono le cronache, quelle che l’hanno vista protagonista tanto di vicende legate al costume legale dell’Italia democristiana (il matrimonio con Carlo Ponti a rischio bigamia), quanto di questioni finanziarie risoltesi poi in tribunale. Ma di tutto ciò nulla o poco dovrebbe importare allo spettatore perché noi, dall’altro lato dello schermo, abbiamo fatto promessa di fedeltà al personaggio e all’icona prima di tutto. Per questo la Loren che amiamo resterà sempre quella che spogliandosi fa ululare Mastroianni, ma anche l’intensa e addolorata Cesira o infine la mesta e rassegnata Antonietta, casalinga nel capolavoro di Ettore Scola a cui è dedicato l’omaggio illustrato. Una “giornata particolare” quella della Loren, lunga però ottanta magnifici e avventurosi anni.
Buon Compleanno Sophia!

Testo e disegno di Andrea Lupo