I dati provvisori pubblicati oggi dall’ISTAT, dimostrano che il mercato del lavoro è lontano da una vera e propria ripresa. Gli inattivi, ovvero, coloro che non cercano più un lavoro sono 53 mila in più, gli occupati diminuiscono di 36 mila unità. L’occupazione che prima era ‘stabile’ è diventata precaria a causa del contratto a tutele crescenti che tra l’altro non sarebbe il più utilizzato, posto che le nuove assunzioni sono per il 70% a termine, senza dimenticare che il numero degli occupati a tempo indeterminato è diminuito di 21 mila unità. Altro che effetto positivo del Jobs Act, un vero e proprio fallimento. Lo affermano i portavoce del M5s delle Commissioni lavoro di Camera e Senato.
I cittadini con il Jobs Act – proseguono – hanno perso ogni entusiasmo, prima ancora che i propri diritti. La prova la troviamo nella forte crescita del numero di persone inattive. Dato, quest’ultimo, vero protagonista del rapporto odierno e sul quale il Governo dovrebbe seriamente riflettere.
Le misure da mettere immediatamente in atto per far ripartire il mondo del lavoro, devono derivare necessariamente da una riforma seria della politica fiscale del mondo del lavoro che finalmente dia respiro alle nostre piccole e medie imprese – insistono i pentastellati – nonché tramite l’introduzione delReddito di cittadinanza che oltre ad essere una misura attiva direttamente collegata al lavoro, serve a colmare tutti i buchi che oggi presenta il nostro welfare.
L’inerzia del governo si sta tramutando in una azione dolosa che incide negativamente sulla pelle di milioni di cittadini, e tutto questo non è più tollerabile”, concludono.