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Festa della liberazione. Una poesia

25 Aprile 2016 con scritta

Fratelli d’Italia

 

A tutti quei politici che omaggiano i soldati. Fuori osservano il silenzio, dentro fremono annoiati. Busti istituzionali impettiti e volgari. Non valete la lapide omaggiata e il fiore ipocrita sugli altari.

A tutti quei nipoti rimasti senza nonni. Niente memorie da custodire né storie prima dei sonni. Un virtuale angolo-gioco è solo quello che vi resta. Che se ne fotte del tempo mentre vi fotte la testa.

Al vano genitore eterno adolescente. Il figlio è un simulacro che ferma il tuo presente. Riflesso indiretto di tante frustrazioni. Non lo rimproveri con l’amore né lo ami con le obiezioni.

A quegli studenti che irridono i caduti. Ignoranti del dono, ingrati sopravvissuti. Colpevoli tutti, dai genitori agli insegnanti. Ma questo non vi rende mocciosi più innocenti.

A quelli del branco quando accerchiano i più deboli. Solo una somma di tanti zeri che non dà luogo a numeri veri. Campioni sì del far paura. Ma restate impotenti sopra e sotto la cintura.

Ai preti e ai monsignori malati di edonismo. Otto per mille di prezzolato misticismo. Dall’alto dei cieli al basso dei culi. Sempre in cerca di crociate che vi assolvano dai mali.

Ai troppi, noiosi e arroganti normali che emarginano i diversi assai più originali. Godete di emozioni, di musica e colore sbocciati da un nascosto e “diverso” dolore.

A quelli che fingono il cordoglio e l ‘empatia. Il mondo vero è fuori, il “click” è malattia.

Agli uomini e le donne che postano frivolezza. Spacciate per sostanza una misera, grande bellezza.

A quelli che s’indignano dei morti in mezzo al mare. Parentesi obbligate in mezzo a un grande odiare. 

A quelli che non fanno “che tanto è tutto inutile”. L’inerzia è il solo agire del vero irresponsabile.

A quelli che pontificano sentendosi migliori, sputando sentenze per guadagnarsi favori.

A quelli come te che scrivono una poesia perché il male peggiore d’Italia è solo la sua amnesia.

Fratelli d’Italia, siamo morti anche per voi. Ma è solo sostenendovi che ci farete ancora eroi.

(I  caduti d’Italia)

 

Testo e disegno di Andrea Lupo

 

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