Un grande passo avanti per una vicenda lunga e dolorosa che dura ormai da 16 anni.
La Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito oggi ha fissato dei principi importantissimi che, ci auguriamo, diventeranno dispositivi di legge e ottenuti grazie all’apporto fondamentale del M5S.
È stato un lavoro di gruppo al quale abbiamo contribuito con tutte le nostre forze. La relazione approvata con 11 voti a favore e solo uno contrario modifica radicalmente la sicurezza sul lavoro e la tutela previdenziale delle forze armate. Tutto quanto riguarda le cause di servizio dei militari sarà, insomma, sottratto alla giurisdizione dell’amministrazione della Difesa e passerà all’Inail.
Grazie al nostro lavoro abbiamo anche ottenuto che le tabelle previdenziali dell’Inail – che già dal 2008 contemplavano risarcimenti per malattie professionali dovute all’uranio impoverito in ambiente civile- siano riviste per la nuova tipologia di utente. È una svolta che va a incidere sul mondo della Difesa e apre un varco in un mondo generalmente chiuso e impenetrabile. Una giornata importante, quella di oggi, nonostante un’audizione, quella del ministro della Difesa Pinotti, che ci ha lasciati interdetti. Abbiamo infatti appreso con stupore che il ministro della Difesa non ha poteri.
Ad esempio, il ministero imputato nei processi sull’uranio impoverito, quello stesso ministero quasi sempre condannato, non può decidere di NON ricorrere in appello perché l’ultima parola spetta all’Avvocatura dello Stato.
Incredibile! Ce lo ha detto proprio il ministro Pinotti e stentavamo a credere alle nostre orecchie!
Non solo, la Pinotti in un primo momento ha assicurato che la vicenda Vacca – lo ricordiamo: la sentenza rivoluzionaria con la quale il ministero è stato condannato a pagare 1,8 milioni di euro alla famiglia di Salvatore Vacca, giovanissimo militare morto nel 1999 dopo la missione in Bosnia – deve concludersi qui, quindi lo Stato non deve appellarsi contro la sentenza di condanna arrivata in Corte d’Appello, poi fa marcia indietro affermando che il suo è solo un parere consultivo e che sarà l’Avvocatura dello Stato a decidere. Sarebbe stato importante ascoltare un mea culpa da parte di un ministro che in tv ha dichiarato che la vicenda uranio non è un problema. Ma non può fare un passo indietro per avvenimenti che non la vedevano ministro.
Ebbene, Gianluca Rizzo, portavoceM5S in Commissione ha ricordato che Obama, il primo presidente americano dal dopoguerra ad oggi, si recherà a Hiroshima per rendere omaggio alle vittime della bomba atomica sganciata 60 anni fa. «Quindi il ragionamento del ministro non sta in piedi. Poi in audizione usa parole di circostanza e di commozione. Basta lacrime di coccodrillo. Agisca. Lei è il ministro, non può nascondersi dietro tecnicismi e pareri consultivi!»
Sull’apertura del ministro al non proseguire per le vie legali sul caso Vacca così si è espressa la portavoce M5S in Commissione Giulia Grillo: «Un punto di partenza, ma non ci basta assolutamente perché il ministero si appella continuamente verso tutte le sentenze e ora che lo stesso atteggiamento il ministro lo imponga per tutte le altre sentenze. Ministro – ha detto la Grillo rivolgendosi alla Pinotti – lei può farlo e le chiediamo una parola definitiva su questo».
«Non ci sentiamo di condividere la relazione del ministro – ha dichiarato la portavoce del M5S intervenendo in audizione – Siamo alla quarta commissione d’inchiesta sull’uranio e il ministro è ancora dubbioso sul nesso di causalità. Ha addirittura avallato l’audizione del generale Graziano che ha voluto rassicurare che è tutto sotto controllo. Ma cosa? Ebbene nelle tabelle professionali dell’Inail aggiornate con decreto 9 aprile 2008 a pagina 39 si parla dei rischi professionali non radioattivi relativi all’esposizione a uranio e noi stiamo ancora a chiederci se ci sono stati i rischi o no anche in ambiente militare?».
Non solo. Il ministro ha affermato che nei poligoni italiani non è mai stato utilizzato uranio impoverito: «Ma nelle audizioni che in questi mesi si sono susseguite abbiamo ascoltato pareri professionali che dicono tutt’altro». «Abbiamo poi chiesto che tutti i dispositivi di protezione individuale per rischi accertati e presunti vengano forniti ai militari che stanno per partire e che vengano rispettati i protocolli di vaccinazione», hanno sottolineato i membri M5S in Commissione d’inchiesta. «Ci aspettavamo un mea culpa che non è arrivato – ha incalzato il deputato Gianluca Rizzo, M5S – Troppe le omissioni e il nascondersi dietro la burocrazia e l’aver operato in conformità alla legislazione. Le stesse leggi e gli stessi gerarchi che hanno causato più di 300 morti e migliaia di ammalati».
fonte: M5S