Su specifico mandato dell’Assessore regionale On. Antonello Cracolici, la Commissione “Finanza, Mercati ed Accesso al Credito”dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, presieduta dal Prof. Vincenzo Fazio (Università di Palermo) e coordinata dall’Avv. Vincenzo Minì (IRCAC), si è riunita presso la sede centrale di Banca Nuova a Palermo, con il compito di formulare le opzioni finalizzate a consentire l’accesso al credito agli operatori della filiera ittica nonchè un più efficace utilizzo delle risorse del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP).
Il prof. Vincenzo Fazio ha ribadito la necessità fondamentale di migliorare i rapporti fra banche ed imprese della filiera ittica: “c’è un problema serio per le imprese ittiche siciliane, l’accesso al credito. È un problema di affidabilità. Il lavoro certosino dell’Osservatorio –ha ribadito Fazio- è quello di concorrere, attraverso progetti mirati e le alte professionalità di cui dispone, all’emersione dell’economia ittica. Solo attraverso la conoscenza ed un diverso rapporto fra banca e impresa, può migliorare l’approccio al credito ma soprattutto aumentare la fiducia e la reciproca reputazione”.
Rincarando la dose, Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto Produttivo della Pesca, non le manda a dire ai poteri forti, cioè i maggiori gruppi bancari e finanziari presenti all’Osservatorio.
“C’è un problema ancor più serio. Ai banchieri non piacciono né gamberi né sardine. C’è un anacronistico preconcetto verso il sistema pesca siciliano che risulta essere fra i settori più colpiti da una crisi di liquidità e da scarso circolante”. Tumbiolo ha aggiunto: “Le banche infatti non conoscono la pesca ed i pescatori non conoscono le banche e le loro regole. L’accesso al credito per le imprese della lunga ed articolata filiera ittica è difficile, una corsa ad ostacoli, per mancanza di reciproca conoscenza e di corrette informazioni. Quello che rimane del sistema pesca siciliano, al netto di ciò che le stringenti, talvolta inadeguate, regole comunitarie
hanno lasciato sopravvivere, è una filiera sana, vivace con una spiccata capacità di innovazione e di internazionalizzarsi e soprattutto di competere sui mercati. Infatti –ha continuato Tumbiolo- solo meno del 50% delle imprese ittiche siciliane hanno rapporti con il sistema bancario. Più della metà degli operatori non tratta con le banche e le banche finiscono per non conoscere affatto un’importante sistema quale è la filiera ittica della pesca siciliana. I parametri guida –ha concluso Tumbiolo- di giudizio e di rating verso le imprese della lunga filiera del mare sono falsati appunto dalla mancanza di informazioni. Il pesce fa bene alla salute e la pesca siciliana fa bene alla crescita della economia della Sicilia e della cultura mediterranea.”.
Da Bruxelles però l’Assessore Cracolici stempera ed annuncia la convocazione del tavolo tecnico dell’Osservatorio con tutte le Banche principali in Sicilia con una precisa finalità: accorciare le distanze fra il sistema bancario ed il sistema pesca siciliano.