La sagoma dello stregone Eliodoro monta un Liotru magicamente staccato dal suo stilobate sullo sfondo di una luna gialla da licantropi. Dal mitico maggiolino targato DYD 666 esce uno stupefatto Dylan Dog che contempla la scena proprio come in quell’albo storico (“Ti ho visto morire”) impresso a fuoco nella memoria dei bonelliani doc. Soltanto un Groucho mascherato da Chewbecca resta, come al solito, indifferente alla scena (“E poi dicono che gli elefanti non volano!” potrebbe essere la freddura per l’occasione). Niente pistola stavolta per il comico assistente dell’indagatore; qui non ci sono incubi ma soltano magia. E’ bastata la leggenda del mago Eliodoro, in volo sopra la città a tendere scherzetti ai suoi abitanti, per accendere il genio visionario del copertinista Claudio Villa. Il poster che introduce mirabilmente a questa nuova avventura etnea nella cultura pop & comics è infatti un’autocitazione intelligente e sagace che entra subito nel cuore degli appassionati catanesi, perfino di quelli che non hanno (colpevolmente) mai letto un albo dell’indagatore dell’incubo. Per quattro giorni, puntando il naso in su verso la luna, magari scorgeremo davvero quella sagoma dal basso della Piazza Duomo. Perché per quattro giorni la sospensione dell’incredulità (dei fumetti, dei cartoon, del cinema e dei videogames) sarà davvero l’unica regola possibile mentre infanzia e adolescenza diventeranno i soli status psicologici che ci delizieranno ed accompagneranno. Quelli che, ovunque saremo, ci salveranno sempre la vita.
Lo sa bene Cristina D’Avena, “semplice-mente” Cristina per gli amici (per citare il tour 2016 che parte proprio da EtnaComics), ospite d’onore nella giornata d’apertura e acclamata protagonista di una conferenza stampa fra le più affollate del festival. Non soltanto un’icona musicale dei nostri anni migliori (almeno per chi è giunto quasi agli “anta” o li ha già superati), ma anche un’ispiratrice amichevole per le nuove generazioni, almeno quelle più curiose e disponibili a farsi ammaliare da Pollon, Creamy e Lady Oscar (per citare alcune delle serie a cartoni per le quali Cristina D’Avena ha firmato le sigle tv). “Avete un sorriso così! Potrebbe crollare tutto ma voi restereste sempre con questo sorriso così!” commenta scherzosamente mentre contempla l’espressione beata dei fan presenti alla “Sala Polifemo”. Se fossimo dentro un anime giapponese non avremmo problemi a immaginare quei proverbiali occhi spalancati e luccicosi a fissarla con trasporto. Perchè lei l’emozione degli occhi grandi quanto l’anima e lo sguardo di chi “resta aggrappato all’infanzia” non per infantilismo ma per sincero affetto, li conosce bene avendone fatto il proprio habitus di vita e, naturalmente, di professione.
E sebbene ci tenga a sottolineare che essere oggi Cristina D’Avena equivale quasi a “cucirsi addosso un vestito” e che c’è un’altra Cristina della quale vorrebbe che tutti si appropriassero con amore, pare difficile credere che le due personalità siano solo minimamente distanti. Perché lei quel pubblico lo ama sinceramente, con l’entusiasmo e l’energia di una ventenne e la positività di una persona concreta e matura. “Tolleranza e intelligenza sono i vostri superpoteri oggi. Altro che Creamy!” afferma fra gli applausi, rinnovando, prima del concerto serale che ne sancirà l’ulteriore trionfo popolare, quell’immagine “friendly” che l’ha resa anche un’amatissima icona gay. Semplice-mente sì ma di certo non una mente semplice o inutilmente trasognata, anche se di sogni oggi ce n’è bisogno come il pane. Se riusciamo a scorgere il Liotru che vola sopra Catania non lo dobbiamo solo alle chine meravigliose di Claudio Villa ma anche allo slancio di chi, come lei, ha gli occhi giusti per guardare la realtà.Etna Comics è già iniziato e, siamo pronti a giurarci, non durerà solo quattro giorni. Kisses us, Licia…
Testo di Andrea Lupo
Foto di Anna Strano