Entrambi giovanissimi hanno tagliato insieme, lo scorso dicembre, l’ambito traguardo della Stella Michelin. Grazie anche a questa coincidenza si è rafforzato un rapporto di fraterna amicizia, fortificato anche dalla comunanza di un percorso di grande crescita voluto dai giovani patron Luca Caruso del Signum e Luciano Pennisi dello Shalai.
Giovanni Santoro, che vive sull’Etna, ha cucinato il pesce con Martina Caruso, lo scorso 3 maggio presso lo Shalai di Lingualossa (Catania). Martina Caruso che vive a Salina cucinerà con Giovanni Santoro la carne il prossimo 14 giugno al Signum di Salina. Un altro appuntamento da non perdere in cui le ricette e gli ingredienti della cucina eoliana si confronteranno e saranno contaminati da quelle nate all’ombra dell’Etna.
In cucina sue due brigate si sono scambiati ingredienti, ricette, sapori in un crescendo di emozioni che ha portato ad un immediato affiatamento fra i due team di cucina e le due squadre di sala, capitanate da Leonardo Pennisi e Luca Caruso. “Salina e Lingualossa sono meno diverse di come possano apparire: viviamo entrambi – ha affermato Martina Caruso – su due vulcani. Con Giovanni c’è sempre stata un’amicizia, dal momento che siamo quasi coetanei e ci siamo sempre sostenuti a vicenda, anche all’interno de Le Soste di Ulisse.“ “Quella di Lingualossa è stata una bellissima esperienza, – ha dichiarato Giovanni Santoro – che ripeteremo con altrettanta gioia il prossimo 14 giugno a Salina. Condividere i diversi modi lavorare, scoprire una diversa mentalità in cucina è stato molto interessante”.
“Fra i piatti che proporrò – spiega Martina Caruso – ci saranno i cappelletti con ragù di maialino dei Nebrodi, il gioco di contrasti fra formaggio e pomodoro, sostenuto dal sapore dal maialino, è il mio modo per interpretare la terra dal mio punto di vista.
Inoltre, proporrò un panino con le interiora: un richiamo allo street food, a l panino con la milza, alleggerito dalla salsa e dall’insalata di cocomero”.
“Per l’evento ho studiato tre nuove preparazioni – dice Giovanni Santoro – per portare alle Eolie il meglio che l’Etna può esprimere.
Il primo sarà un risotto con la salsiccia battuta sul ceppo di quercia, che è un’antica preparazione tipica dell’Etna, profumata con dei semi di finocchietto selvatico, affumicata con degli aghi di pino, abbianta ad un caviale di tartufo nero. Sarà un’esplosione di profumi di terra, di bosco in un luogo al centro del Mediterraneo, in cui magari vi è più familiarià con i profumi ed i sapori più delicati del mare
Il secondo è l’agnello da latte ( allevato dal maestro Rosario Pennisi) scottato in abbinamento con una riduzione al nero dell’Etna, con una mozzarella di bufala prodotta fra Randazzo e Bronte.
Infine, il dolce sarà un ulteriore omaggio all’Etna ed i suoi prodotti: in particolare la ciliegia Mastrantonio che proprio in questo periodo raggiunge la sua massima espressione. Una cultivar selezionata da un vecchio produttore, da cui il nome, un prodotto dalle caratteristiche uniche, che si trova soltanto su questo versante dell’Etna: più grande e callosa delle ciliegie tradizionali, aspra con un perfetto equilibrio fra acidità e dolcezza”.
Martina Caruso
“Ascolto il territorio, seguo le emozioni, per me cucinare è un atto di libertà”
Martina è il giovane talento della scena culinaria italiana, acclamata dalla critica e premiata con una stella dalla Guida Michelin come una delle migliori interpreti dell’alta cucina. Sognatrice, appassionata, studiosa, esprime uno stile innovativo, pieno di slancio che contempla leggerezza, guizzo creativo e padronanza della tecnica.
Il Mediterraneo delle Eolie lo esalta attraverso un sapiente gioco di equilibrio e dinamicità. Martina con grande cura e attenzione riesce a fare apprezzare ogni singola sfumatura. Profonda sostenitrice dei piccoli produttori siciliani, si dedica ad ogni pietanza con l’intento di valorizzare e far conoscere il patrimonio agricolo dell’Isola includendo contaminazioni con culture ed eccellenze di altri territori del mondo, rivelando sempre nuove chiavi di lettura. I suoi piatti, freschi e leggeri, interpretati con eleganza e originalità, racchiudono tutta la bellezza e la storia di Salina. Piccole opere d’arte che rispecchiano il variare delle stagioni, esaltano l’autenticità delle materie prime e rivelano una grande ricerca che parte dalla tradizione. La cucina di Martina è una continua evoluzione che non finisce mai di sorprendere.
Ha lavorato nell’azienda di famiglia fin da piccola, partecipando allo sviluppo dell’hotel Signum e del ristorante partecipando con grande impegno e altrettanta passione.
Ma è in cucina che vuole stare per esprimersi al meglio. La piccola struttura riservata agli ospiti, si trasforma a poco a poco in un apprezzato luogo dove un ricercato menù ed un ampia selezione di vini incuriosiscono una clientela ben più vasta. Partecipando a questa crescita del locale che si afferma in Martina la voglia di stare dietro i fornelli.
Si diploma presso l’Istituto Alberghiero di Cefalù (PA) e continua la sua formazione presso “Le scuole del Gambero Rosso” di Roma. Qui viene in contatto con la grande ristorazione italiana e comprende a pieno quello che deve essere il suo ruolo per l’azienda di famiglia.
Inizia un lungo peregrinare nell migliori cucine d’Italia Torre del Saracino di Vico Equenpse, Pipero al Rex di Roma, Open Colonna di Roma, Jamie’s Italian La Rosetta di Roma.
Il ristorante Signum è presente nelle più autorevoli guide gastronomiche. Nel 2015 le viene assegnata la stella Michelin.
Nel 2016 è stata scelta fra le dodici giovani promesse dell’enogastronomia italiana e l’è stato assegnato lo “Young Ethical Chef Award”. Sempre nel 2016 entra a far parte dei Jeunes Restaurateurs.
Giovanni Santoro
Giovanni Santoro nasce a Linguaglossa nel 1983 e cresce fra i piatti della nonna e i sughi della domenica. Sicuro che l’odore di quelle pietanze preparate col cuore lo avrebbe guidato in alto, si iscrive all’alberghiero “Giovanni Falcone” di Giarre dove inizia il periodo di formazione che lo porterà a crescere come cuoco e successivamente ad affinare le sue competenze con prestigiosi stage in hotel a 5 stelle della costa jonica.
Giovanni impara in fretta e la voglia di scoprire e sperimentarsi in contesti di più ampio respiro è molto forte. Lo accoglie il centro Italia; in giro fra Abruzzo, Lazio ed Emilia Romagna, Giovanni cresce come uomo e come cuoco.
Dopo sette anni a girovagare fra i fornelli della penisola, decide di tornare nella bella trinacria alla corte di Pino Cuttaia dove fa il salto di qualità.
L’incontro illuminante è quello con la famiglia Pennisi che poco dopo gli propone la guida del ristorante all’interno del prestigioso resort “Shalai” appena nato.
Giovanni non ci pensa due volte e ritorna così a Linguaglossa portando con se dodici anni di esperienza fra alberghi e ristoranti stellati, con un unico obiettivo: far diventare il ristorante dello “Shalai” un fiore all’occhiello della ristorazione siciliana.
La sua cucina è ispirata dalla grande ricchezza del territorio etneo e dosa sapientemente il concetto di stagionalità con quello della briosa creatività. “Il palato va sempre coccolato e mai stravolto”, sembrano dire i suoi piatti.
Il suo impegno e la sua passione vengono ripagati nell’inverno del 2015 quando gli viene assegnata la Stella Michelin.
Oggi Giovanni alterna la sua attività di chef a quella di docente per Cooking Lab e corsi di formazione professionale.